In un momento in cui ancora il food-sharing, del social-eating e della sharing economy non esistevano, in Italia sono nate Le Cesarine: un’associazione che dal 2004, prima a Bologna e poi in tutta Italia, propone pasti della tradizione regionale, da prenotare sulla piattaforma online. Un vero e proprio tuffo nei piatti tipici della gastronomia italiana, da consumare proprio a casa delle Cesarine.
Dal 2004 ad oggi, la startup del settore più “antica”, di strada ne ha fatta: nei giorni scorsi si è chiuso il round di finanziamento che ha portato a raccogliere 1 milione di euro. Molti imprenditori e manager del settore food e beverage, come Daniele Ferrero, ad di Venchi, Niccolò Branca ad e Presidente del gruppo Branca, Emmanuel Osti, ex managing director de L’Occitaine e ora investitore in start-up e Marco Airoldi, ex ceo di Benetton Group, hanno sottoscritto il finanziamento alle Cesarine, puntando all’internazionalizzazione della formula, evidentemente vincente.
Le 500 cuoche casalinghe distribuite su circa 90 città italiane, hanno creato un vero e proprio business, in un mercato più che fiorente. In Italia, il turismo domestico ha un potenziale valore di 10 miliardi di euro, più gli 8 miliardi di euro da parte di quello incoming, dei quali il 18% impiegato in food & beverage.
L’offerta de Le Cesarine si rivolge quindi a un mercato da complessivi 2 miliardi di euro l’anno di spesa, nel nostro Paese, per food con “experience” con un potenziale di crescita di oltre il 40%.
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