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WORLD PASTA DAY

World Pasta Day, da Dubai Riccardo Felicetti del pastificio Felicetti: “Italia bussola del mondo”

Coldiretti: gli italiani tornano alla pasta fatta in casa. E nasce anche Icafrud, un progetto per renderne la produzione più sostenibile
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Pasta, eccellenza italiana che cresce nel mondo, al centro del World Pasta Day

La pasta è senza dubbio uno dei piatti preferiti degli italiani, e di milioni di persone in tutto il mondo. E oggi, è la giornata internazionale in cui si celebra la pasta, in tutte le sue forme e le sue ricette: il World Pasta Day, il numero 21, di oggi si prefissa però tra gli obiettivi principali, non solo la celebrazione, ma anche la cultura della pasta, e la diffusione della vera e sana pasta italiana. Come spiega Riccardo Felicetti, patron di una delle aziende simbolo del made in Italy, il pastificio Felicetti, presidente del Gruppo Pasta di Aidepi (guidata da Paolo Barilla): “la pasta è destinata a essere prodotta sempre di più all’estero e noi italiani dovremmo continuare a indicare la via, a fare da bussola al mondo”. Non considerando la pasta un tesoro italiano da proteggere e da preservare nei confini nazionali, ma da diffondere. Nel modo giusto: per questo il World Pasta Day, organizzato da Ipo-International Pasta Organization, “una sorta di Onu della pasta” spiega Felicetti, sceglie come “base operativa” ogni anno una città del mondo diversa come New York, Rio de Janeiro, Barcellona, Città del Messico, Instambul, Buenos Aires, Mosca, San Paolo: quest’anno è il turno di Dubai. Che non è stata scelta a caso: la metropoli degli Emirati Arabi è un ponte tra Europa e Medioriente, oltre che corridoio per l’Australia e per mondi più lontani.
Per poter diffondere una cultura “casalinga” e tradizionale sulla pasta in tutto il mondo, certo è che bisogna partire dall’Italia, suo luogo di nascita. E, secondo i dati di Coldiretti/Ixè negli ultimi anni nel Belpaese c’è stato un ritorno alle origini in materia culinaria: in tre famiglie su dieci, il 20%, si prepara pasta semplice o ripiena fatta in casa durante l’anno, anche grazie all’aiuto delle nuove tecnologie. Si registra quindi, sottolinea la Coldiretti, un ritorno al passato rispetto alle prime fasi dell’industrializzazione e urbanizzazione del Paese, quando la conquista della modernità passava anche dall’acquisto della pasta piuttosto che dalla sua realizzazione in casa. E non finisce qui: questo porta i consumatori anche ad avere una maggiore attenzione per gli ingredienti di qualità, che nel caso della pasta è solo la farina: si cercano con attenzione, rileva la Coldiretti, magari utilizzando quelle di grani antichi storici italiani, e quando non è possibile fare da soli si cerca comunque nello scaffale il prodotto che richiama alla genuinità e alla tradizione. E che dà una mano alla produzione di grano duro made in Italy, che non fa male: l’Italia, sottolinea la Coldiretti, è il principale produttore europeo e secondo mondiale di grano duro, destinato alla pasta con 4,3 milioni di tonnellate su una superficie coltivata pari a 1,3 milioni di ettari, che si concentra nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano il 40% della produzione nazionale. Gli italiani, conclude la Coldiretti, sono anche i maggiori consumatori mondiali di pasta, con un consumo medio di 23 chili all’anno pro-capite; l’Italia si conferma leader anche nella produzione industriale, con 3,2 milioni di tonnellate davanti a Usa, Turchia e Brasile.
Si può dire quindi che in materia di pasta, nessun Paese industrializzato o no può battere l’Italia: ma se è vero che anche il migliore può sempre fare di meglio, e che non si finisce mai di imparare, anche il settore della produzione di grano duro, e quindi di pasta, qualche modifica migliorativa potrebbe farla. Soprattutto in materia ambientale: proprio oggi, per il World Pasta Day, viene presentato al Ministero delle Politiche Agricole, nell’ambito del progetto Barilla Sustainable Farming il “Decalogo per la coltivazione sostenibile del grano duro di qualità”, chiamato Icafrud (Impronta CArbonica della coltivazione di FRUmento Duro), un nuovo modello pilota di coltivazione del grano duro, in grado di garantire alla pasta italiana una materia prima di eccellente qualità, con ottime rese e ridotto impatto ambientale messo a punto dal CREA-Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, Politiche e Bioeconomia in collaborazione con Barilla, Horta e Life Cycle Engeneering.

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