Nulla di fatto, ma solo per ora: l’Ecofin, il Consiglio dei Ministri delle Finanze dell’Unione Europea, non ha dato il via libera alla proposta di revisione della direttiva 92/83 sull’armonizzazione delle accise e delle tasse sulle bevande alcoliche avanzata dalla presidenza di turno romena, che, come già riportato da WineNews, vorrebbe consentire agli Stati membri di adottare un sistema unico di tassazione delle bevande alcoliche, ovvero la tassazione a grado alcolico, che sarebbe decisamente penalizzante per il vino, per il quale le accise oggi sono stabilite a volume. Tutto resta com’è, dunque, per il momento (oggi la tassazione è stabilità a volume per i prodotti fermentati, come il vino, e per gli intermedi, a grado per gli spiriti, e a grado plato per la birra), ma la partita non è chiusa. Solo Italia, Spagna, Grecia e Portogallo si sono opposti apertamente alla proposta, e se la Germania ha proposto una valutazione più approfondita dell’impatto possibile del cambiamento proposto, Paesi come Austria, Romania, Estonia, Svezia Irlanda, Lussemburgo, Slovenia e Slovacchia, tra gli altri, hanno manifestato il loro supporto alla proposta, seppur con qualche sfumatura, e tutto sommato favorevole pare essere anche la Francia. Tra i punti più controversi della proposta, in ogni caso, ci sono i parametri per definire i “piccoli produttori”, che dovrebbero beneficiare di agevolazioni fiscali. Salvo, dunque, per ora, il vino, che secondo molti sarebbe fortemente penalizzato da una tassazione stabilita sul grado, soprattutto nei Paesi del Nord Europa. Ma, secondo alcuni, anche gli spiriti vedrebbero schizzare in alto le accise da un cambio di normativa come quello proposto.
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