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TURISMO

L’Italia vista come “Paese covid free e rassicurante” dai turisti del mondo, che vogliono tornare

A dirlo l’ultimo monitoraggio Enit. Tante le ricerche dedicate al Belpaese nel mondo. Cali pesanti, ma si cerca di ripartire
CIBO, ENIT, ITALIA, TURISMO, vino, Non Solo Vino
Cibo, cultura, arte: l'Italia resta nei sogni dei turisti del mondo

Se enogastronomia, vino e cucina sono sempre più importanti per l’offerta turistica italiana, insieme ad arte, cultura e paesaggio, il turismo, di contro, è vitale per la ristorazione, vetrina prediletta per tante cantine e tanti artigiani del cibo e dell’agricoltura del Belpaese. Una ristorazione che, ricordiamolo, è un settore che nel 2019 ha mosso 84 miliardi di euro di giro d’affari (dati Fipe) e che prova a ripartire, sopratutto sfruttando spazi aperti e dehors che fioriscono in tutta Italia. E sebbene, come previsto da molti, quella alle porte sarà un’estate durissima, qualche segnale positivo sembra arrivare dal ritorno alla possibilità di viaggiare, almeno tra molti dei Paesi Ue (e dal 15 giugno finirà anche l’allerta ai viaggi da parte della Germania, che, nell’estate 2019, ha visto 7 milioni di turisti tedeschi spendere 3,4 miliardi di euro in Italia, ricorda Coldiretti).
Ma anche dal fatto che, come rileva l’Enit-Agenzia Nazionale del Turismo, del Belpaese, nel mondo, si parla sempre meno in termini di paura da contagio, anzi: “l’Italia non spaventa e viene considerata come un Paese covid free, iper monitorato e rassicurante. A fine maggio 2020 si contano oltre 753.000 citazioni sul viaggio in Italia - di cui 50.000 comparse sul web e 703.000 dai social - che hanno prodotto 207,1 milioni di interazioni. Cala progressivamente lo spazio dedicato dai principali quotidiani europei e americani al tema Covid in Italia e oltre 618.000 reazioni di gradimento (di cui 85.400 di affetto, 335.200 di empatica tristezza, 60.300 di stupore) sono riservate alla Penisola”.
Insomma, dall’Alto Adige alla Sicilia, all’Italia si torna a guardare con gli occhi di chi desidera visitarla, ed è un segnale importante per ripartire.
Ovviamente, però, visto che il Belpaese è uno dei primatisti mondiali in fatto di vacanze straniere, è anche uno di quelli che risente di più dei danni collaterali della pandemia. Dall’inizio del 2020 alla fine di aprile, il volume complessivo degli arrivi aeroportuali in Italia è diminuito del -64,5% sul primo quadrimestre 2019, ricorda l’Enit. Al 4 giugno, l’analisi delle prenotazioni aeroportuali estive - da giugno ad agosto - in confronto con i competitor diretti Spagna e Francia, mostra nuovamente una caduta delle prenotazioni sia in Italia che negli altri Paesi analizzati: 235.000 prenotazioni di passeggeri aeroportuali internazionali per l’Italia, poco meno di 231.000 per la Spagna e poco più di 193.000 per la Francia. Pertanto, si rileva come l’Italia pur avendo il maggior numero di prenotazioni in corso, realizza anche il calo più profondo -87,1% rispetto al -86,5% della Francia e al -84,5% della Spagna.
L’Italia che riparte punta al recupero dei 65 miliardi di euro previsti in perdita dagli scenari attuali, dove ripresa maggiore è attesa per il mercato interno. Rispetto al periodo maggio – ottobre, spiega ancora l’Agenzia, i cali più evidenti nelle prenotazioni sono quelli dai mercati long-haul: Giappone (-80,9%), Brasile (-74,4%), Sud Corea (-72,9%) come gli Usa e, infine, Australia (-70,2%) frenati dalla prospettiva di una riapertura ritardata dei voli.
Nel monitoraggio settimanale sull’Italia, alla undicesima settimana di osservazione sull’andamento degli arrivi aeroportuali, nel 2020, si osserva ancora una stabilità delle perdite che ci si auspica freni già nei risultati del prossimo bollettino. Si stabilizza la diminuzione delle prenotazioni dal 1 giugno al 12 luglio pari al -91,4%, dovuta al calo della Cina del -99,4% ma diffusa anche a tutti gli altri mercati di origine, sebbene minore nei flussi dalla Francia (-86,6%) e dai Paesi Bassi (-84,6%).

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