Nella corsa allo spazio, tornata incredibilmente in auge a 52 anni dallo sbarco del primo uomo sulla luna, Jeff Bezos è arrivato secondo, superato dall’altro magnate americano, il miliardario Richard Branson, fondatore della Virgin. Nel giorno in cui Neil Armstrong, nel 1969, toccò il suolo lunare, Bezos si è comunque regalato “il più bel giorno di sempre”, una “gita” di una manciata di minuti fuori dall’atmosfera terrestre, a più di 100 chilometri di altezza, a bordo della “New Shepard”. Un momento destinato a passare alla storia del nascente turismo spaziale, ultima frontiera del più sfrontato elitarismo, destinato a quei pochissimi ultra milionari che potranno permetterselo. Questo, però, non vuol dire che il re dell’e-commerce, fondatore dell’impero Amazon e uomo più ricco del mondo secondo il Bloomberg Billionaires Index, con un patrimonio di 212 miliardi di euro, non sia attento agli ultimi. Al contrario. Una volta sceso dalla “New Shepard”, nel deserto del Texas, al termine della conferenza stampa che ha raccontato gli 11 minuti più belli della sua vita, Jeff Bezos ha annunciato una donazione di 100 milioni di dollari a José Andrés, lo chef fondatore della no profit “World Central Kitchen”, con cui sostiene, a livello alimentare, le comunità colpite da crisi economiche, sociali ed ambientali in ogni angolo del mondo. “Sono davvero grato per questa donazione e per l’incredibile supporto di Jeff e dell’intera famiglia Bezos”, ha commentato José Andrés, in una nota. “World Central Kitchen nasce dalla semplice idea che il cibo ha il potere di creare un mondo migliore. Un piatto di cibo è un piatto di speranza. È il modo più veloce per ricostruire le vite e le comunità”.
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