Gli Stati Uniti sono ancora il mercato più attrattivo per il mondo del vino, mentre al secondo posto resiste una sorprendente Corea del Sud, che dopo l’exploit del 2020, quando fu capace di scalare ben 8 posizioni, si conferma come una meta di primissimo piano per il commercio enoico mondiale, come emerge dal “Global Compass 2021”, l’ultimo rapporto pubblicato da Wine Intelligence che ogni anno misura e classifica l’attrattività per il commercio del vino di 50 Paesi focus, ossia i principali mercati al mondo secondo fattori economici, sociali, politici. A livello globale, lo studio mostra, invece, un punteggio medio mediamente negativo sul 2020, ma mentre valori e volumi totali di vino nel mondo sono diminuiti nel 2020, ci sono Paesi che hanno comunque migliorato il loro ranking, a partire da Norvegia, Svezia e Finlandia, dove, a causa del Covid, i consumi sono rimasti per forza di cose all’interno dei confini nazionali, crescendo. Anche i mercati del Sud America, come Brasile, Colombia e Argentina sono cresciuti, guidati da un interessante ampliamento della base dei consumatori, dalle crescita dell’e-commerce e da un atteggiamento dei consumatori sempre molto curioso.
Al contrario, Paesi i cui consumi e parte dell’economia sono legati al turismo, come Italia, Spagna e Francia, hanno registrato un calo importante in classifica, proprio a causa del drastico calo dei consumi di vino legati al turismo internazionale. In fondo al ranking, invece, troviamo l’Angola, alle prese con una drammatica crisi economica, e il Sudafrica, il cui Governo ha messo al bando la vendita di alcol, e quindi di vino, durante la pandemia. La pandemia, come abbiamo avuto modo di sottolineare spesso, anche a pochi mesi dal suo inizio, lascia in eredità la definitiva esplosione dell’e-commerce, che la maggior parte dei wine lover non ha alcuna intenzione di abbandonare neanche ora che l’emergenza è sostanzialmente superata. In Gran Bretagna, ad esempio, la gran parte dei consumatori continuerà ad acquistare online (anche nella categoria beverage) con maggior frequenza di quanto facesse prima della pandemia. Dopo gli Stati Uniti e la Corea del Sud, nella top five ci sono il Regno Unito, Irlanda e Germania, che hanno registrato consumi, a volume, importanti nel 2020. I mercati che il “Global Compass 2021”, in termini di attrattività per il vino, definisce “in crescita”, e quindi da tenere d’occhio, sono Colombia, Brasile, Polonia, Romania, Corea del Sud e Singapore, mentre il Messico e la Russia sono passati dalla categoria dei Paesi “in crescita” a quella dei mercati del vino “emergenti”, di cui fa parte anche la Cina, scesa però di 13 posizioni in classifica, alla numero 17.
“Il forte rimbalzo economico degli Stati Uniti, in parte finanziato dallo stimolo del Governo, insieme a uno straordinario anno per le vendite di vino, ha mantenuto gli Usa in testa alle nostre classifiche”, commenta Lulie Halstead, Ceo di Wine Intelligence. “Tuttavia, la Corea del Sud, al n. 2, sta riducendo rapidamente il gap, almeno secondo il nostro modello, perché la crescita del vino negli Stati Uniti sta rallentando, mentre i volumi di vino fermo in Corea del Sud sono cresciuti ad un ritmo superiore al +11% annuo tra il 2016 e il 2020, stando agli ultimi dati dell’Iwsr - Drinks Market Analysis”, aggiunge la Ceo di Wine Intelligence.
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