Si avvicina la fine dell’anno con un sentiment positivo per il mondo del vino, confortato dai numeri (con il mercato interno in ripresa nella ristorazione e ancora in crescita in Gdo del +9% sul 2020 nella prima metà 2021, e con l'export che, nel primo semstre 2021, vola a +15,8% (sullo stesso periodo dello scorso anno) e +10% sul 2019 dei record, e con la convinzione che “nel 2022 potremo mettere in campo tutte le nostre risorse”, lasciando così alle spalle un periodo di sostanziale “inattività fisica”, ma che ha visto, comunque, nascere e decollare progetti e iniziative importanti (tra gli altri, il challenge tra i Vini e gli chef “Il Gusto nella Sfida” e la creazione del “Gruppo Giovani”). Così l’Istituto Grandi Marchi, che mette insieme 18 tra le più importanti realtà del vino italiano (Alois Lageder, Antinori, Argiolas, Ca del Bosco, Carpenè Malvolti, Chiarlo, Col d’Orcia, Donnafugata, Folonari, Jermann, Lungarotti, Masi, Mastroberardino, Pio Cesare, Rivera, Tasca d’Almerita, Tenuta San Guido e Umani Ronchi) ed il suo presidente Pietro Mastroberardino hanno salutato, ieri, la fine di un periodo buio e festeggiato in presenza la ripartenza delle attività a Roma nel monumentale Palazzo Rospigliosi.
“Le attività dell’Istituto non si sono mai interrotte - ha detto Mastroberardino - c’è stato un forte impegno di pensiero e progettazione. Ritengo soprattutto che l’iniziativa più bella che abbiamo fatto in questi mesi sia stata l’istituzione del Gruppo Giovani, un gruppo variegato che mette insieme trentenni che conoscono il mercato, mordono il freno e vogliono volare e giovanissimi che più timidamente si affacciano al nostro mondo”. “Questo gruppo - ha sottolineato Mastroberardino - è l’espressione delle famiglie del vino multigenerazionali e la voglia che hanno di guardare in prospettiva”.
Se la pandemia ha forzatamente ridotto l’attività del mondo del vino e dei produttori associati all’Istituto Grandi Marchi, ha sottolineato Mastroberadino ai microfoni di WineNews, il settore, però, ha dimostrato di avere fondamentali solidi, una forte capacità di reagire e intraprendenza, nonostante tutto: “le nostre aziende hanno saputo, alcune meglio altre peggio, ri-orientarsi in questa fase difficile. Hanno ripensato la parte e-commerce, si sono accorte dell’importanza di aprire anche un canale di collegamento diretto con il consumatore e non solo con il business to business. Hanno realizzato molte trasformazioni che, secondo me, hanno prodotto molti effetti positivi, e sono una buona base per i mesi a venire. Nell’anno nuovo siamo convinti che potremo partire a pieno regime con le missioni internazionali. Con il 2022 siamo sereni di poter rimettere in campo tutte le nostre risorse”. Sul possibile ingresso di nuove cantine nel prestigioso Istituto Grandi Marchi, Mastroberardino ha osservato, a WineNews, come “al momento non sono in programma altre aperture del gruppo, in ogni caso quando si presentano occasioni ci si confronta all’interno e si valuta. Per il momento penseremo a far ripartire le attività e poi vedremo”.
Con il ritorno agli eventi in presenza, intanto, anche l’iniziativa dell’Istituto Grandi Marchi “Il Gusto nella Sfida”, dove 18 vini selezionati da ciascun produttore hanno fornito l’assist a grandi chef per creare un piatto in abbinamento e presentarlo sul web, si trasferisce dai canali social, dove, peraltro, ha riscosso grande successo, a 18 ristoranti protagonisti del challenge. Ed il 18 novembre si celebrerà la finale “Il Gusto nella Sfida” Night, una cena nei ristoranti interessati dislocati nelle varie Regioni d’Italia dove gli abbinamenti proposti potranno essere serviti finalmente in tavola.
“Il Gusto nella sfida” - ha spiegato Mastroberardino - è un’iniziativa nata sui social per far sentire forte la vicinanza del mondo del vino al mondo della ristorazione che ha pagato un altissimo prezzo alla pandemia: ciascuno di noi produttori dell’Istituto Grandi Marchi ha individuato un vino e lanciato la sfida a uno chef per la realizzazione di un piatto abbinato. Siamo partiti sul web perché non si poteva fare diversamente. Si è, dunque, creato un piano di comunicazione attraverso i social, l’idea era poi di poter fare in presenza ed ecco quindi che potremo celebrare i nostri vini e i piatti collegati il 18 novembre in 18 grandi ristoranti di tutta Italia. I piatti realizzati dagli chef saranno raccolti in un volume che servirà a ricordare questo bel momento di ripartenza e a sottolineare ancora una volta l’importanza della ristorazione per il nostro settore”.
L’evento a Palazzo Rospigliosi, organizzato dall’istituto Grandi Marchi, è stato anche l’occasione per assegnare il Premio della Comunicazione del Vino (edizione n. 2), a Jens Priewe, giornalista tedesco esperto di vini, con un occhio particolare alla realtà italiana. Priewe nel ricevere il premio ha dichiarato il suo amore per l’Italia e la sua filosofia nell’approccio al mondo del vino: “non solo amo l’Italia e i vini italiani - ha detto - ma cerco di capirli, bisogna capire l’idea di fondo che c’è dietro”.
“Oltre che dare voti, punteggi, grappoli e così via - ha aggiunto Priewe - l’importante è capire quello che vuole trasmettere il produttore, questa è la mia idea di giornalismo vitivinicolo, non voglio solo assaggiare i vini ma anche capirli”. Proprio questo approccio profondo alla realtà dei produttori e dei loro vini ha motivato l’assegnazione del Premio, ha spiegato Piero Mastroberardino, osservando che catalogare una bottiglia di vino solo con un punteggio o un simbolo, “è veramente arido e riduttivo, il nostro mondo va tutto dietro la bottiglia e quel dietro deve venire sul palcoscenico, dietro un vino c’è la capacità e la volontà di creare di un produttore che va interpretata e trasmessa, per questo il nostro premio va a chi ha fatto un sforzo in più nella trasmissione di un messaggio che va alle radici del nostro impegno professionale”.
Anche il Gruppo Giovani dei Grandi Marchi, istituito dal luglio 2021, è pronto alla ripartenza ed a svolgere le riunioni finalmente in presenza. L’entusiasmo delle cantine è grande, “c’è voglia di conoscersi, confrontarsi e addentrarsi meglio nella realtà del settore, spiega a Winenews Federica Rosy Boffa Pio, 23 anni, alla guida della storica azienda vitivinicola di Barolo “Pio Cesare” e presidente del Gruppo Giovani. “ Il Gruppo giovani è nato - spiega Boffa - perché ci siamo accorti che c’era un’anima giovane molto forte e, soprattutto, come risposta alla fase di inattività in pandemia. Il presidente Mastroberardino si è rivolto a noi chiedendoci che tipo di attività avevamo in mente di fare, soprattutto sui social network, per stare a contatto con il pubblico: abbiamo, quindi, ideato il format “Il Gusto nella Sfida” nell’ ottica di unire l’interesse per la cucina sviluppatosi nella pandemia con la voglia di degustare e lanciando quindi un invito a provare i nostri vini. Il gruppo si è via via allargato tra le famiglie dei produttori e oggi conta componenti che vanno da 35 ai 14 anni. Faremo anche da incubatore ai futuri imprenditori ...”.
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