Così come in altri mercati, specie i più maturi, anche nei Paesi Bassi il numero di consumatori abituali di vino è letteralmente crollato negli ultimi cinque anni: -25% dal 2017. Tanto che, nello stesso periodo, stando ai numeri di Wine Intelligence, i consumi di vino, a volume, sono calati dell’8%, con i trend relativi agli spumanti e ai vini premium che rappresentano, invece, la buona notizia. Anche qui, sono i giovani a non subire affatto il fascino del vino, e cresce di conseguenza l’età media del bevitore di vino olandese, la metà dei quali ha più di 55 anni, mentre gli altri, fortunatamente, sono sempre più coinvolti ed appassionati nel loro rapporto con il vino. In termini di consumi, questo maggior coinvolgimento si estrinseca nella scelta di ciò che si decide di bere: chi fino a poco tempo fa optava per bottiglie economiche, oggi guarda ad etichette più costose, in un percorso di crescita qualitativa costante. Il risultato è che il consumatore di vino olandese abituale, oggi, spende decisamente di più di quanto spendeva nel 2019, e quindi prima della pandemia, sia nel canale on-trade che nel canale off-trade.
L’on-trade, comunque, in Olanda non ha ancora raggiunto i livelli pre-pandemia, e la tendenza alla premiumisation dei consumi di vino ha molto a che fare con quella logica di compensazione vista durante la pandemia: spendendo meno fuori casa, ci si concedono piccoli lussi, anche in termini di bottiglie, tra le mura domestiche. Considerato, poi, che i vini di fascia premium e superiore rappresentavano nel 2021 appena il 12%, di margini di crescita ce ne sono ancora molti. I consumatori più facoltosi, inoltre, mostrano una evidente predilezione per il vino, ed un ulteriore aiuto arriva dal “Prevention Agreement” del 2021, che limita il ricorso a sconti e promozioni per ogni tipo di alcolico.
Tornando al disamoramento dei più giovani, perlopiù appartenenti alla Generazione Z e ai Millennials, ma anche alla Generazione X, un fattore fondamentale è il continuo allargamento dell’offerta di alcolici, che va dalle birre artigianali alla miscelazione. Di fronte a tante opzioni, a rimanere al palo è proprio il vino fermo, mentre gli sparkling hanno goduto, dal 2017 ad oggi, di un aumento del 17% dei consumi. Una prosperità garantita in primis dal prezzo, discrimine che premia senza dubbio il Prosecco, protagonista dell’aperitivo, da solo o in miscelazione, ovviamente con l’Aperol, nello Spritz, forse la bevanda più consumata con la bella stagione, all’aperto, anche in Olanda. Anche la moda del brunch è stata di grande aiuto, perché ha portato in tavola le bollicine, che oggi, nei Paesi Bassi, troviamo spesso ad accompagnare il pranzo. Sono la porta d’accesso al vino dei più giovani, ma anche la categoria in cui è più semplice sperimentare.
Tornando alla premiumisation, la domanda di vini di qualità è destinata a crescere e ad erodere quote di mercato, puntando a raggiungere il 16% degli acquisti, a volume, nel 2026. Gli sparkling, nello stesso periodo, continueranno a crescere ancora, di almeno il 25% nei prossimi cinque anni. Al contrario, i vini fermi proseguiranno nella loro traiettoria decrescente, ma questo non vuol dire che a valore il settore vino sia destinato a calare sul mercato olandese, al contrario: si berrà meno, ma spendendo costantemente di più.
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