In Italia 9 milioni di persone in Italia si trovano in stato di povertà, di cui ben 6 milioni in stato di povertà assoluta: questo significa che il 10% della popolazione in Italia è così povera da non potersi permettersi pasti regolari ed equilibrati, secondo i dati di Banco Alimentare. Un problema complicatissimo da risolvere, e impossibile farlo con un colpo di bacchetta magica o con un decreto. Ma, in ogni caso, tutte le iniziative, in questo senso, sono positive. Come il decreto del Ministero del Lavoro che ha istituito il “Fondo per la Sperimentazione del Reddito Alimentare”, i cui obiettivi sono “fornire un contributo alla lotta alla grave deprivazione materiale, e contrastare lo spreco alimentare”.
Il fondo, spiega una nota Fipe-Confcommercio, tra le organizzazioni coinvolte nel progetto (che sarà guidato da un gruppo di lavoro formato, tra gli altri, da un rappresentate testa per i Ministeri del Lavoro, dell’Agricoltura e dell’Ambiente, 2 per i rappresentati dell’Anci e delle Organizzazioni partner nazionali che partecipano al programma Fead (Fondo di Aiuti Europei agli Indigenti), e da un rappresentate ciascuno per Fipe, Federdistribuzione e Confcommercio, avrà una dotazione di di 1,5 milioni di euro per l’anno 2023 e di 2 milioni di euro annui a decorrere dall’anno 2024.
La sperimentazione durerà tre anni, e sarà effettuata nei comuni capoluogo delle città metropolitane da identificarsi a seguito di accordo in Conferenza unificata. In concreto, il reddito alimentare, spiega il decreto, consiste nella distribuzione gratuita, anche tramite gli enti del Terzo Settore presenti sui territori, di pacchi alimentari realizzati con l’invenduto della distribuzione alimentare, donati dagli esercizi commerciali che aderiscono volontariamente alla sperimentazione, in favore di soggetti che possono essere i medesimi di cui agli elenchi detenuti dalle Organizzazioni partner Territoriali (OpT) della distribuzione del programma Fead, nonché altri soggetti segnalati dai servizi sociali territoriali competenti e/o da altre organizzazioni del Terzo Settore operanti sul territorio.
Un’iniziativa che, almeno nello spirito e negli obiettivi, nel coinvolgimento del volontariato, fai il paio con quella lanciata nel Regno Unito da Re Carlo III d’Inghilterra, con il suo “Coronation Food Project”, che abbiamo raccontato qui.
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