Si spende di più, ma si compra di meno, in quantità: triste ritornello che ormai, con l’inflazione che continua a crescere, si sente da mesi, ma che vede una forbice sempre più ampia tra quello che esce dal portafogli e quello che si mette nel carrello della spesa. Visto che “il caro prezzi taglia del 5% le quantità di prodotti alimentari acquistate dagli italiani nel 2023, che sono però costretti a spendere comunque il 7% in più a causa dei rincari determinati dall’inflazione”, sottolinea ancora una volta la Coldiretti, sui dati Istat sui primi 7 mesi 2023, paragonati allo stesso periodo 2022.
“La situazione di difficoltà è resa evidente dal fatto che - sottolinea la Coldiretti - volano gli acquisti di cibo low cost con i discount alimentari che fanno segnare un balzo del +10% nelle vendite in valore, il più elevato tra gli scaffali del dettaglio. Il risultato dei discount evidenzia la difficoltà in cui si trovano le famiglie italiane che, spinte dai rincari, orientano le proprie spese su canali a basso prezzo rinunciando anche alla qualità”.
E così, come sempre in queste fasi difficili, consumatori e famiglie tagliano gli acquisti e vanno a caccia dei prezzi più bassi anche facendo lo slalom nel punto vendita, cambiando negozio, supermercato o discount alla ricerca di promozioni per i diversi prodotti. Ma con la diminuzione delle quantità acquistate a causa del caro prezzi si cerca anche di fare più attenzione agli sprechi, razionalizzando i consumi.
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