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SPORT E PROMOZIONE

Giro d’Italia 2024, l’enogastronomia della grande provincia del Belpaese protagonista

In ogni tappa luce sui prodotti dei territori. Il Ministro Lollobrigida: “il Giro opportunità unica per mostrare al mondo ciò che abbiamo da offrire”

Partirà, da Torino, il 5 maggio e arriverà a Roma il 21 maggio, il Giro d’Italia 2024. Attraversando l’Italia, dalle Dolomiti a Pompei, attraversando o sfiorando la grande provincia italiana, e i tanti territori da cui nascono la stragrande maggioranza delle eccellenze enogastronomiche italiane. Per questo la “Corsa Rosa”, evento sportivo italiano più seguito nel mondo, in 200 Paesi, pur ancora senza una “Wine Stage” ufficiale, come stato in passato, racconterà il wine & food agli occhi del mondo, con un momento di approfondimento su alcuni prodotti prima di ogni partenza e sui media, anche grazie all’impegno del Ministero dell’Agricoltura. D’altronde, nella presentazione del Giro 2024, edizione 107 della gara, era presente anche lo stesso Ministro Francesco Lollobrigida, insieme al presidente Ice, Matteo Zoppas.
“Il Giro d’Italia è molto più di una semplice corsa in bicicletta - ha detto il Ministro Lollobrigida - è un patrimonio culturale che abbiamo ereditato dai racconti dei nostri nonni e dei nostri padri. È un evento che ha radici profonde nella nostra storia e che continua a rappresentare l’unità e il potenziale dell’Italia nel mondo dello sport. Il nostro obiettivo è ambizioso vogliamo che il Giro d’Italia superi qualsiasi altra gara, compreso il Tour de France. Oggi, più che mai - ha concluso Lollobrigida - dobbiamo sovrapporre al Giro d’Italia le eccellenze italiane. La nostra Nazione è ricca di bellezze naturali, culturali ed enogastronomiche, e il Giro è un’opportunità unica per mostrare al mondo intero ciò che abbiamo da offrire”.
“Il concetto è semplice: il Giro d’Italia è l’evento sportivo più identitario ed iconico del nostro Paese, non c’è altro a questo livello, anche a livello comunicativo. Lo hanno capito in tanti, da tempo, e tanto più questo Ministero dell’Agricoltura, e così ogni tappa avrà qualche riferimento alla ricchezza gastronomica del Paese”, commenta, a WineNews, Pier Bergonzi, vicedirettore de “La Gazzetta dello Sport”. “Alla partenza delle diverse tappe ci sarà sempre un momento di comunicazione e di racconto delle eccellenze locali, attraverso i programmi Rai, sulla Gazzetta e così via. Il Giro arriva in 200 Paesi del mondo.
Il ciclismo è lo sport più “popolare”, è l’unico sport che non chiede biglietto, si va per la strada a vederlo. È lo sport che ha più legami con la grande provincia italiana, dove nasce anche la ricchezza enogastronomica italiana: siamo il Paese con più vitigni e prodotti Dop al mondo, che nascono in quella provincia che il ciclismo racconta. Un messaggio che anche il Governo ha colto, su questo lavorerà per avere il massimo anche a livello comunicativo”. E se dunque ancora non c’è una “Wine Stage” ufficiale (come sono state, in passato quelle che hanno reso protagonisti Barolo e Barbaresco, nelle Langhe, e ancora il Chianti Classico, Montefalco, terra del Sagrantino, e poi la Franciacorta, passando per la Romagna del Sangiovese o per Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene Patrimonio Unesco, ai terrazzamenti della Valtellina e del suo Sforzato, ai vigneti del Brunello di Montalcino, con le sue strade bianche”, lo spazio per il wine & food, nel racconto del Giro, non mancherà. “Anzi, a me piacerebbe che prima o poi ogni tappa del Giro fosse legata esplicitamente ad un prodotto enogastronomico, non solo al vino - spiega Pier Bergonzi - perchè ogni prodotto ha un universo dietro, una storia, che si racconta come lo Zoncolan, come le strade bianche che saranno nella tappa in Toscana, con arrivo a Rapolano Terme nel Senese, che vedrà sfilare la carovana rosa tra le vigne, e gli ulivi che sono ricchezza del territorio. Tra le altre cose, se quest’anno ancora non c’è una tappa legata in maniera specifica al vino, o sponsorizzata da un territorio, è possibile che delle tappe verrà definita “Wine Stage”, riprendendo una tradizione recente che poi avrà una nuova continuità”.

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