“Dobbiamo investire nella sostenibilità morale, le manifatture sono il valore aggiunto delle produzioni italiane, e dobbiamo imparare a valorizzarle affinché le generazioni future siano orgogliose del proprio lavoro”. Lo ha detto Brunello Cucinelli, imprenditore e stilista di fama internazionale, nella tavola rotonda dedicata a “La cultura del made in Italy” e agli aspetti culturali su cui puntare per consolidarlo in una chiave etica ed evolutiva, alla presentazione, ieri a Solomeo, l’antico borgo dell’Umbria delle sue origini che ha fatto rinascere “Borgo del Cashmere e dell’Armonia”, e che oggi è il cuore della sua vita familiare ed imprenditoriale e un luogo simbolo della qualità made in Italy, dell’“Atlante Qualivita 2024 - edizione Treccani”, edizione n. 12 dell’enciclopedia dell’agroalimentare italiano di qualità della Fondazione Qualivita, che racconta gli 887 prodotti agroalimentari e vitivinicoli Dop, Igp, Stg e le bevande spiritose a Indicazione Geografica dell’Italia tutelati a livello europeo, diffusi nel 100% delle province italiane ed espressione naturale di storia e tradizione locale, ma anche motore per la conservazione dei territori d’origine e del loro sviluppo.
Un valore culturale rappresentato anche dalle strette connessioni dei prodotti a Denominazione con alcuni riconoscimenti Unesco di siti rurali del nostro Paese e dalla candidatura della Cucina Italiana, colonna portante della Dieta Mediterranea, a Patrimonio Unesco. Ma l’“Atlante” racconta anche l’affermarsi del concetto di cibo come cultura, un cammino che ha radici lontane e che oggi, grazie al patrimonio di conoscenza delle Indicazioni Geografiche, dimostra di includere elementi sociali, ambientali e storici. “Una straordinaria testimonianza del grande lavoro svolto da tutti gli operatori delle filiere agroalimentari italiane, che ci rende orgogliosi, e un ulteriore stimolo a tutelare e valorizzare la nostra cultura alimentare e il modello vincente rappresentato dal made in Italy. Che vuol dire economia, tradizione, biodiversità, tutela dei territori e dei paesaggi, attrazione per il turismo, ma anche cultura, identità e valori. Gli italiani sanno trasformare le materie prime in eccellenza, in tutti i settori. La qualità è la nostra cifra distintiva”, ha detto, nella tavola rotonda con la vicedirettrice del “Corriere della Sera”, Fiorenza Sarzanini, il Ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, sottolineando come la difesa delle Denominazioni dei prodotti italiani, che descrivono un sistema sicuro, rispettoso dell’ambiente e del lavoro che nasce da millenni di ricerca, sia un passaggio fondamentale per il futuro del settore.
La nuova edizione del volume arriva proprio al via libera al nuovo Testo Unico europeo sulle produzioni di qualità, come ha ricordato l’europarlamentare e presidente del Comitato Scientifico della Fondazione Qualivita, Paolo De Castro, relatore della riforma, e che molti elementi ha ripreso dal modello italiano delle filiere e dei Consorzi di tutela Dop e Igp raccontato nell’opera.
Nell’edizione 2024, realizzata con Origin Italia, AssoDistil e i Consorzi di Tutela italiani Dop e Igp, sono oltre 540 gli aggiornamenti che arricchiscono il racconto: 11 nuovi prodotti a Indicazione Geografica, 108 modifiche dei disciplinari, immagini e cartografie originali. E, per la prima volta, c’è anche un’introduzione ragionata con editoriali sul “Made in Italy”, che portano la firma di Brunello Cucinelli, Riccardo Cotarella, Enrico Bartolini, Luca Mercalli, Sara Simeoni, Paolo De Castro e Mauro Rosati, oltre ad approfondimenti sui temi attuali del settore come qualità, certificazione, trend dei comparti cibo, vino e bevande spiritose, biodiversità, cultura, Dop Economy.
“Quella della Dop Economy italiana è una storia di successo che merita di essere documentata perché fotografa una evoluzione del Paese a partire dagli anni Novanta ad oggi attraverso i cibi e vini di qualità che ci hanno reso protagonisti nel mondo - ha detto Mauro Rosati, autore dell’opera dg Fondazione Qualivita, guidata da Cesare Mazzetti - e la partnership con Treccani, ancora una volta, certifica il valore dell’agroalimentare come patrimonio culturale italiano”.
Il viaggio nell’Italia dei tesori agroalimentari ha anche il compito di sottolineare come, nell’odierna fase di grandi cambiamenti, le filiere Dop e Ig facciano della produzione non delocalizzata un driver di crescita e tutela delle comunità e dell’ambiente: un binomio che associa lo sviluppo economico attraverso prodotti di qualità con un’attenzione costante alla salvaguardia dei fattori naturali e umani in grado di preservare, grazie ai disciplinari di produzione, la grande biodiversità ambientale e culturale dell’Italia. “Le eccellenze enogastronomiche del nostro Paese - ha concluso Massimo Bray, dg dell’Istituto della Enciclopedia Italiana - sono uno straordinario patrimonio di ricchezza economica e culturale, che disegnano una mappa quanto mai esaustiva del nostro territorio e della qualità dei suoi prodotti”.
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