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ALLARME ALBERI

Il giardino d’Italia si sta riducendo: in 15 anni sparite 100 milioni di piante di frutta fresca

Coldiretti: la superficie coltivata si è ridotta a 560.000 ettari. Arance, pesca e uva sono le produzioni che hanno perso di più
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Piante di aranci (nella immagine di standret da Pixabay)

Ne vedremo sempre di meno, nel reparto dei supermercati o nelle botteghe, nei banchi dei mercati così come nelle campagne. La frutta italiana attraversa un periodo di crisi con raccolti crollati e una biodiversità a rischio. Secondo l’analisi Coldiretti, per la Giornata Nazionale degli Alberi, che si celebra il 21 novembre, l’Italia ha detto addio a 100 milioni di piante di frutta fresca negli ultimi quindici anni. Una scomparsa che riguarda tutte le principali produzioni, dalle mele alle pere, dalle pesche alle albicocche, dall’uva da tavola alle ciliegie, dalle arance alle clementine mentre in controtendenza tengono solo il cedro e il bergamotto.
La Coldiretti ha parlato di “una vera e propria strage che sta provocando la desertificazione dei territori con drammatici effetti sui consumi nazionali e sul clima, l’ambiente, il paesaggio e la salute degli italiani” e di una superficie coltivata a frutta che si è ridotta a 560.000 ettari. Un trend negativo che si ripercuote su un primato italiano in Europa che abbraccia molte produzioni. Secondo le stime di Coldiretti va male alle arance con 16,4 milioni di alberi abbattuti, alle pesche con quasi 20 milioni di piante scomparse ma anche all’uva dove mancano all’appello 30,4 milioni di viti. Pesante anche la situazione per nettarine e pere dove ne sono spariti rispettivamente 14,9 milioni e 13,8 milioni. Uno scenario che preoccupa anche per le possibili conseguenze dal punto di vista ambientale e dell’impatto climatico.
A pesare, per Coldiretti, “è l’impennata dei costi di produzione che ha colpito tutte le fasi dell’attività aziendale ma anche i cambiamenti climatici con il moltiplicarsi di eventi estremi che hanno decimato i raccolti. A causa del surriscaldamento sono arrivati parassiti “alieni”, mai visti prima, che si sono accaniti sulle produzioni nazionali, dal cinipide galligeno che ha decimato le castagne alla Tristeza degli agrumi e molti altri come testimonia la recente la biblica invasione nel Nord Italia della “cimice marmorata asiatica”. Il presidente Ettore Prandini ha aggiunto che “a colpire il settore è anche la concorrenza sleale delle produzioni straniere ed è necessario che tutti i prodotti che entrano nei confini nazionali ed europei rispettino gli stessi criteri”.
In uno scenario del genere, la messa a dimora di nuovi alberi in un Paese come l’Italia, che dispone di appena 32,5 metri quadrati di verde urbano per abitante, “è fondamentale per affrontare l’emergenza climatica, fra alluvioni e ondate di calore, e per rompere l’assedio dello smog nelle città”. Un appello, lanciato da Coldiretti, per affrontare il problema della ridotta disponibilità di spazi verdi nelle città puntando su un grande piano di riqualificazione urbana di parchi e giardini che migliori la qualità dell’aria e della vita della popolazione dando una spinta all’economia e all’occupazione considerato. La stessa associazione ha sottolineato che la situazione è peggiore nelle metropoli dove i valori vanno dai 16,9 metri quadrati di verde pro capite di Roma ai 18,5 di Milano; dai 25,4 di Firenze ai 13,5 di Napoli; dai 9,4 di Bari ai 12 di Palermo, dai 22,1 di Bologna ai 23,7 di Torino. Coldiretti con Rete Clima “si è impegnata a piantare e curare 60.000 alberi nel 2023”.
Il verde è importante “perché migliora anche la qualità della vita nelle città considerato che una pianta adulta è capace di catturare dall’aria dai 100 ai 250 grammi di polveri sottili mentre un ettaro di piante è in grado di aspirare dall’ambiente ben 20.000 chili di anidride carbonica (CO2) all’anno”, secondo una analisi della Coldiretti. Tra le specie tipiche e autoctone di alberi e arbusti antismog ci sono la farnia, il leccio, il carpino bianco, l’acero campestre, il tiglio, il frassino maggiore, il pioppo, mentre tra gli arbusti la rosa canina, l’alloro, il ligustro, il corniolo, il biancospino. Alberi importanti anche per contrastare le alte temperature.
“La valorizzazione del ruolo del verde a tutela della salute dei cittadini - conclude il presidente Coldiretti, Ettore Prandini - rappresenta una nuova opportunità per promuovere un settore cardine per l’economia italiana come il florovivaismo che vale oltre 2,6 miliardi di euro con il coinvolgimento di 27.000 aziende florovivaistiche attive in Italia su 30.000 ettari coltivati che garantiscono il lavoro lungo tutta la filiera a 200.000 persone a livello nazionale”.

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