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IL CONFRONTO

Se la politica italiana fa fronte comune vince, in Europa, a beneficio del made in Italy

Congresso Assoenologi n. 76: le riflessioni del Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e dell’europarlamentare Paolo de Castro
ASSOENOLOGI, DE CASTRO, LOLLOBRIGIDA, vino, Archivio
Paolo De Castro e Francesco Lollobrigida, politici e soci onorari di Assoenologi

Il vino dealcolato, le nuove norme di etichettatura dei vini, l’attacco delle lobby antialcol e non solo: ecco gli argomenti aperti, tra Italia ed Europa, che riguardano il vino. Argomenti con cui la filiera e le istituzioni si confrontano ogni giorno, con risultati che arrivano se si lavora in continuità ed in sinergia, anche da schieramenti politici opposti, nell’interesse del Made in Italy. Come hanno testimoniato le comunicazioni del Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, e dell’europarlamentare Paolo De Castro, membro della Commissione Agricoltura del Parlamento Europeo, nel Congresso Assoenologi n. 76 (che ieri abbiamo raccontato in questo articolo ), nei giorni scorsi, a Brescia, a significare, ha sottolineato Riccardo Cotarella, presidente Assoenologi, il peso che la categoria degli enologi ha assunto negli anni, divenendo interlocutrice delle istituzioni sui temi vitivinicoli.
Figure a cui lo stesso Cotarella, si è detto “legato da stima e amicizia”. “Conosco Paolo, che è stato presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento Ue, per tanti anni - ha aggiunto - e lo considero un paladino dell’agroalimentare italiano, sempre disponibile con la nostra categoria. Con il Ministro ci conosciamo da poco, lo stimo per il suo non parlare politichese e gli riconosco il merito di aver ottenuto dei risultati, come, ad esempio, con lo spostamento dell’obbligo dell’etichettatura di un anno dandoci più tempo per adeguarci”.
Manifestazioni di reciproca stima anche tra i due politici, pur su fronti diversi (Fratelli d’Italia per Lollobrigida, il Pd per De Castro), e racconti collaborazioni di successo in Europa. “Paolo De Castro - ha detto Lollobrigida, qui la nostra intervista sul tema dei vini low e no alcol - è stato Ministro due volte acquisendo un’esperienza notevole e divenendo poi a Bruxelles un punto di riferimento per il sistema Italia e non per un singolo schieramento. Un esempio è il lavoro svolto a difesa delle nostre produzioni di qualità grazie al fatto che quando giochiamo fuori casa tutti si indossa la maglia azzurra. Così abbiamo vinto partite che potevano mettere a rischio l’agroalimentare nel suo complesso, come il taglio ai fondi orizzontali per la promozione per vino, carni rosse e salumi”.
“L’impegno del Governo - ha continuato il Ministro - è di sostenere i nostri prodotti di punta, tra cui certamente il vino che, malgrado qualcuno tenti di demonizzare, è un’eccellenza che attraversa la storia. È cultura e salvaguardia del territorio che la viticoltura ha modellato. È parte della nostra alimentazione da millenni e noi siamo secondi per longevità al mondo: questo ha un significato riguardo all’aspetto salutistico, ma anche alla convivialità. Va assunto con moderazione e questo è ovvio. Bisogna spiegarlo e raccontare che il vino italiano è portatore di cura, rispetto dell’ambiente, del lavoro, della ricerca e dell’innovazione. Noi partiamo da un’altra realtà. Non abbiamo i problemi dell’Irlanda che è al terzo posto nella classifica mondiale per l’alcolismo, dove le persone in un weekend bevono quello che gli italiani bevono in un mese”. Lollobrigida è tornato poi a spiegare “la centralità della sovranità alimentare per l’Europa, quale strategia per riprendere il controllo delle filiere più importanti, alimentari ed energetiche, alla luce delle emergenze causate recentemente dalla guerra Russia-Ucraina”, e ha ribadito “l’importanza dell’agricoltura, della Pac e dell’agricoltore come custode del territorio”.
Sul tema del cambiamento climatico, il Ministro ha sottolineato come il Governo “stia andando incontro agli imprenditori agricoli perché non solo resistano, ma migliorino il loro prodotto e la loro produzione e lo abbiamo fatto anche quest’anno aumentando in maniera sostanziale i fondi per l’agricoltura. Nei giorni scorsi - ha ricordato Lollobrigida - abbiamo annunciato che raddoppiano i fondi per il settore agricolo, passando da 3,5 miliardi a 7 miliardi di euro. Rafforzare uno degli asset prioritari della nostra economia, quello enogastronomico, era uno dei nostri obiettivi principali”.
Sul fronte delle etichettature, il Ministro Lollobrigida ha spiegato che l’intento è di “lavorare per etichette sempre più chiare e non condizionanti come il Nutriscore, che cerca di eliminare alcuni prodotti a vantaggio di altri”. La chiarezza non ci spaventa, perché raccontare come i nostri agricoltori producono e come consigliano i nostri enologi è il metodo migliore per trasformare e rendere il vino sempre più un’eccellenza. Raccontare come i nostri cuochi svolgono il loro lavoro è garanzia di successo per i nostri prodotti”. “Non abbiamo niente da nascondere però non vogliamo che qualcuno utilizzi le etichette per allontanare i prodotti italiani dal mercato e avvantaggiare altri che spesso, invece, hanno un processo di trasformazione ben lontano da quello che nei millenni noi abbiamo costruito grazie anche alle contaminazioni portate da diverse civiltà in questa piccola nostra Italia, che oltre a prodotti di eccellenza vanta biodiversità, storia, arte”, ha concluso il titolare del dicastero dell’Agricoltura.
Anche l’europarlamentare Paolo De Castro (che, a WineNews, ha fatto il punto sui tanti dossier aperti in Ue per vino e agricoltura) ha messo in evidenza l’importanza del lavoro di squadra in Europa. “Il nuovo regolamento del Testo Unico della Qualità, che include nelle Indicazioni Geografiche il vino - ha spiegato - è stato un grande successo e grazie a tutti quelli che ci hanno dato una mano. Il Ministro Lollobrigida ha creato una maggioranza all’interno del Consiglio e non era facile, perché come sapete quando si parla di Ig l’interesse è soltanto di 4-5 Paesi tra cui il nostro. E faremo gioco di squadra anche sull’etichettatura. Quando nel 2017 decidemmo la riforma della Pac, quindi l’Ocm vino (il nuovo regolamento Ocm entra in vigore il prossimo 8 dicembre, ndr), la volontà dei co-legislatori fu chiarissima: noi non volevamo inserire nelle etichette del vino nulla che rendesse obbligatorio la traduzione tutte le lingue, quindi nessuna scritta, solo esclusivamente le calorie ed è questo stato il risultato finale di quell’accordo, inserendo un QR code con tutte le indicazioni. In questi giorni stiamo vivendo un braccio di ferro con la Commissione, perché, in una delle “domande e risposte” della Commissione in materia di etichettatura dei vini, c’è un elemento di confusione per cui la Commissione insiste che bisogna scrivere la parola “ingredienti” che poi va tradotta in tutte le lingue. Il 25 novembre, in Gazzetta Ufficiale, è stata pubblicata quella risposta alla domanda e ci stiamo lavorando. Il Ministro Lollobrigida si è attivato per spiegare ai suoi colleghi che non si può andare contro la volontà dei co-legislatori della riforma, che non vogliono mettere in difficoltà il sistema vino con queste traduzioni obbligate. Noi abbiamo inviato una lettera sulla questione del presidente della Commissione di Agricoltura Janusz Wojciechowski, e lavoreremo per cercare, in questo anno di tempo che abbiamo prima dell’entrata in vigore, non solo di risolvere questo problema, ma anche di creare le condizioni affinché il ministero possa dare una mano a tutte quelle piccole imprese, piccole cantine, che hanno qualche difficoltà con il QR code”.
Quindi, l’eurodeputato Paolo De Castro ha spiegato che “sul fronte dell’etichettatura dei prodotti alcolici, a livello europeo, non ci sono nuove norme e nessun il rischio di un’etichettatura sanitaria con scritto “Nuoce gravemente alla salute”. Mentre purtroppo esiste la norma irlandese che abbiamo osteggiato, e vediamo se l’Irlanda la applicherà” ha concluso.

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