Dal divieto delle insalate in busta e dei cestini di pomodoro all’arrivo nel piatto degli insetti, dall’idea di equiparare alcune tipologie di allevamenti - anche di piccole o medie dimensioni - alle attività industriali, al Nutriscore che boccia le eccellenze made in Italy, dal via libera alle etichette allarmistiche sulle bottiglie di vino all’eliminazione della pesca a strascico, dal permesso alla vendita del Prosek croato e agli altri falsi fino alla possibilità di importare grano dal Canada, dove si coltiva con l’uso di glifosato secondo modalità vietate in Italia: le follie europee rischiano di tagliare un terzo della produzione di cibo made in Italy, tra normative ideologiche e senza freni che rischiano di stravolgere per sempre lo stile alimentare degli italiani, favorendo le importazioni dall’estero. É l’accusa Coldiretti per la conferenza a Berlino della presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che si è candidata ufficialmente per un secondo mandato.
La Von der Leyen fin dall’inizio ha fatto della sostenibilità e del Green Deal uno dei suoi cavalli di battaglia, che alla lunga si è rivelato particolarmente oneroso, sia per le imprese che per i cittadini (basti pensare alla riconversione delle case e delle auto). L’agricoltura è uno dei settori maggiormente investiti dagli effetti della transizione ecologica, e proprio le “proteste dei trattori” che in queste settimane hanno infiammato l’Europa hanno portato ad una parziale marcia indietro della Commissione (per esempio, sulla questione dei pesticidi e dei sussidi pubblici per il settore).
Proprio per fermare una deriva considerata pericolosa ed ottenere risposte rispetto alle esigenze degli agricoltori italiani, il 26 febbraio, la Coldiretti manifesterà a Bruxelles, per il Consiglio dei Ministri dell’Agricoltura per la presentazione della nuova proposta sulla Pac. Gli agricoltori tornano così a manifestare nella capitale belga dopo aver ottenuto il ritiro della direttiva agroafarmaci.
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