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EFFETTO CLIMA

La “strana” primavera delle fave: il caldo abbassa il prezzo, ma il maltempo frena il raccolto

Borsa merci telematica italiana: la discesa dei prezzi interessa anche il loro “partner” ideale, il pecorino, nell’accoppiata “must” di stagione
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Fave e pecorino, un grande classico di primavera

Anche se in tanti hanno dovuto rinunciare al pic-nic all’aria aperta, a causa del maltempo, le fave sono state di nuovo protagoniste, come da tradizione, nelle tavole degli italiani per la Festività del Primo Maggio (il “detto”, infatti, dice che mangiarle in questa occasione garantirebbe fortuna e prosperità), e questo grazie all’abbondanza di prodotto ed ai prezzi che si sono di conseguenza abbassati. Un calo a doppia cifra sul 2022, merito anche delle temperature miti dei giorni precedenti che hanno favorito l’aumento la produzione del legume di stagione, il più leggero e digeribile dopo i fagiolini, anche se le precipitazioni delle ultime ore sembrano cambiarne il destino con una quantità destinata a ridursi. La discesa dei prezzi ha interessato anche il “partner” ideale delle fave, il pecorino, nell’accoppiata “must” di primavera. A fare il punto è un’analisi di Bmti (Borsa merci telematica italiana) per l’Ansa.
Alla vigilia del ponte del Primo Maggio, grazie a un’abbondanza della produzione di fave, soprattutto delle lucane e laziali, partite entrambe con anticipo a causa delle temperature alte, queste presentavano quotazioni all’ingrosso più basse di quasi il 20% sul 2023, attestandosi in questa settimana su 1,45 euro/kg, contro gli 1,80 euro/kg di 12 mesi fa. Anche per il proseguo della stagione, al momento dell’acquisto, è bene accertarsi che il baccello sia turgido, di colore brillante, senza macchie e screpolature, e per verificarne la freschezza, spezzandolo in due, il suono deve essere pari ad uno schiocco. La fase della sgusciatura va fatta al momento dell’utilizzo per evitare che il prodotto perda tenerezza.
Per quanto riguarda il pecorino, invece, fa sapere Bmti, la riduzione dei listini è del 13,3% rispetto ad un anno fa, segnando comunque una crescita del +65,8% sul 2020. Dopo i rialzi del 2021 e del 2022, culminati ad inizio 2023 i prezzi all’ingrosso del Pecorino Romano Dop sono iniziati a scendere a causa di una maggiore produzione (+11,1% tra ottobre 2023 e marzo 2024). Sul fronte delle esportazioni, i volumi per il Pecorino e il Fiore Sardo si sono ridotti del 6,2% sul 2022, sebbene sia aumentato il valore del +8%. Nei primi mesi 2024, però, il mercato sembra essersi assestato, con i prezzi attuali che risultano leggermente superiori ai 12 euro/kg (12,18 euro/kg ), rilevati dalla Camera di Commercio di Milano.
Ma il maltempo di questi giorni, ad oltre ad aver rovinato la gita a milioni di italiani, rischia anche di bloccare la produzione di fave. Secondo Coldiretti, la produzione dei tradizionali baccelli da sposare al formaggio che è stimata in calo del 20% a causa dell’effetto combinato di maltempo e siccità che hanno colpito le principali Regioni produttrici, a partire dalla Sicilia. Il risultato è che la produzione italiana di fave si dovrebbe aggirare quest’anno poco sopra i 30 milioni di chili, quasi la metà nel confronto con dieci anni fa.

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