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IL GOVERNO

“Sugar tax” c’è l’accordo: l’introduzione slitta a luglio 2025 con la modifica al decreto Superbonus

Rinviata al 2026 anche la “plastic tax”. Coldiretti: “è importante per evitare di penalizzare imprese agroalimentari e famiglie italiane”
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La “sugar tax” è stata rinviata a luglio 2025

La Commissione Finanze del Senato ha approvato il rinvio di un anno dell’entrata in vigore della “sugar tax”, con una modifica introdotta nel decreto Superbonus: la maggioranza di Governo, come annunciato ieri sera dal Ministro per i Rapporti con il Parlamento Luca Ciriani, ha fatto slittare l’introduzione della tassa sulle bevande zuccherate a luglio 2025, quando invece sembrava che questa potesse diventare effettiva già nel 2024. Nel documento è stato anche confermato il rinvio della “plastic tax” al 2026.
La “sugar tax”, così come la “plastic tax”, era stata introdotta in Legge di Bilancio nel 2019 dal Governo Conte II, ma a distanza di cinque anni non è mai stata resa effettiva e continuamente rinviata. Con il nuovo slittamento di un altro anno ancora, il Governo punta soprattutto a venire incontro alle istanze arrivate dalle imprese del settore e della organizzazioni agricole. Introdurre la misura in tempi rapidi creerebbe infatti grossi problemi alle aziende coinvolte, che non avrebbero avuto il tempo di modificare le loro consolidate abitudini produttive e commerciali.
Le associazioni di categoria si erano allarmate parlando, infatti, di rischio incombente su 5.000 posti di lavori in caso di introduzione dell’imposta. “Il rinvio della sugar tax risponde alle nostre richieste - ha espresso con soddisfazione la Coldiretti - è importante per evitare di penalizzare imprese agroalimentari e famiglie italiane, egualmente colpite da una misura distorsiva. La sugar tax va a colpire l’agroalimentare italiano senza avere effetti positivi sulla salute dei cittadini consumatori. Oltre a penalizzare le imprese già gravate dall’aumento dei costi di produzione causati da guerre e tensioni internazionali - conclude - la tassa peserebbe soprattutto sulle tasche delle famiglie con minori disponibilità economiche”.

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