Dalle Tea, le nuove tecniche di editing genomico per ottenere “super-piante” più resistenti, al consumo idrico responsabile, dalle evoluzioni del nostro modo di abitare e lavorare la terra alla coltivazione delle piante in orbita, dalle fake news nel mercato del vino ai piatti senza frontiere. Sono alcuni degli “output” arrivati dal “Food & Science Festival” 2024 che, nei giorni scorsi, ha riunito a Mantova oltre 160 tra scienziati - come il Premio Nobel per la Pace per le ricerche condotte sul cambiamento climatico Riccardo Valentini - esperti, esponenti delle istituzioni, divulgatori e professionisti nazionali e internazionali che hanno incontrato il pubblico per contribuire a indirizzare e sviluppare il dibattito nazionale attorno al settore primario e al suo legame con scienza, ricerca e innovazione, promuovendo un dialogo costruttivo, scientificamente accurato e inclusivo attorno ai temi di maggior rilievo e attualità.
Come “Ris8imo”, il primo trapianto di un riso geneticamente modificato con le Tea (Tecnologie di evoluzione assistita), ovvero, senza inserimento di materiale genetico esterno, nato in Lomellina, nel pavese, e prima pianta Tea d’Italia autorizzata in campo aperto in Italia, con la Lombardia capofila, nei terreni dell’azienda agricola Radice Fossati, grazie ad un progetto con l’Università Statale di Milano, e dopo un lungo iter di approvazione da parte del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e di Ispra, di cui al Festival - promosso da Confagricoltura Mantova, ideato da Frame-Divagazioni scientifiche e organizzato da Mantova Agricoltura - si è sempre discusso e si è parlato anche in questa edizione n. 8. “Il Festival continua a promuovere, e continuerà a farlo, un dialogo aperto e inclusivo, anche su posizioni divergenti e idee distanti dalle nostre, che è insieme la nostra cifra distintiva e la chiave di un successo che cresce anno dopo anno - ha piegato il presidente di Confagricoltura Mantova Alberto Cortesi - in un momento di incertezza geopolitica in cui emergono nuovi player a cui rispondere, come il Brasile e la Cina, attraverso il Festival sentiamo di fare la nostra parte per indirizzare l’agenda di settore. Lo abbiamo fatto con le Tea, accendendo le luci del dibattito politico sulla necessità della ricerca in questo settore e ne festeggiamo quest’anno i risultati: è un’attestazione importante del lavoro che stiamo facendo”.
Gli intrecci del “Food & Science Festival”, tema di questa edizione, hanno permesso di stabilire collegamenti e intessere legami tra argomenti tanto diversi quanto connessi, tutti analizzati attraverso le lenti della scienza, della sostenibilità, della produzione e del consumo alimentare: tra i molti, ne hanno parlato le due ospiti internazionali di questa edizione, la columnist del “Washington Post” Tamar Haspel e l’executive manager dell’Eu Sage network (il network europeo degli scienziati che lavorano sul genome editing) Oana Dima, le ricercatrici Silvia Massa e Roberta Paradiso, insieme sul tema della coltivazione di piante in orbita, Roberta Sonnino, docente dell’Università del Surrey, interpellata su possibili sistemi alimentari sostenibili alternativi, Michele Antonio Fino, docente dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo, sulle fake news che circondano il vino e il mercato vinicolo, il direttore del Dipartimento di nutrizione per la salute e lo sviluppo dell’Oms Francesco Branca, e Vittoria Brambilla, botanica all’Università degli Studi di Milano, a capo del team che ha ottenuto l’autorizzazione al “Ris8imo”. E, ancora, il dialogo tra il chimico e divulgatore scientifico Dario Bressanini e lo sceneggiatore di fumetti Tito Faraci, e il viaggio tra i piatti senza frontiere di Alessandro Marzo Magno. Riflessioni attuali e necessarie, sviluppate anche dai partner del Festival, come Syngenta, concentrata sul binomio tra ricerca pubblica e privata, e il Gruppo Tea, che ha messo in relazione sostenibilità e consumo idrico responsabile, dal Consorzio Formaggio Parmigiano Reggiano che, festeggiando 90 anni, ha esplorato le caratteristiche nutrizionali del Parmigiano Reggiano e raccontato le tecnologie che hanno portato al suo miglioramento, al Consorzio Tutela Grana Padano, che ha esplorato le radici gastronomiche dei piatti della tradizione mantovana, mettendo sempre al centro il formaggio Grana Padano.
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