La mela è la regina a tavola della biodiversità grazie alle sue quasi 1400 varianti diverse. Lo rivela la Coldiretti che, nella Giornata Mondiale della Biodiversità, che si festeggia oggi, 22 maggio, ha stilato la classifica delle cinque specie più presenti nelle abitudini di consumo degli italiani. Prendendo in considerazione l’elenco delle piante da frutto iscritte al registro nazionale, è emerso come detto che la mela è la più “varia”, seguita dalla pesche con 1300 specie e dalla pere, che sono oltre 600. Al quarto posto, ci sono le ciliegie, che vantano oltre 500 varietà, subito davanti alle fragole, che sono poco sotto il mezzo migliaio.
Numeri che confermano il ruolo dell’Italia di leader europeo della biodiversità con il territorio nazionale che ospita un terzo delle specie animali e la metà di quelle vegetali presenti nel Vecchio Continente. Il nostro Paese vanta oltre 58.000 specie faunistiche e 6.700 specie di piante, di cui rispettivamente il 30% e il 15% vivono praticamente solo in Italia, sempre secondo un analisi Coldiretti, eseguita su dati Cbd. Un primato garantito dalla costante opera degli agricoltori italiani che hanno salvato dall’estinzione tante varietà che altrimenti sarebbero state abbandonate. Un esempio sono i Sigilli by Campagna Amica, opera di valorizzazione della biodiversità contadina, ma anche i mercati degli agricoltori promossi dalla Coldiretti in tutta Italia hanno contribuito alla sopravvivenza di molte varietà, garantendo loro uno sbocco commerciale.
A pesare sulla biodiversità tricolore però ci sono, però, gli effetti dei cambiamenti climatici che, oltre a maltempo e siccità, hanno favorito la diffusione di insetti e organismi alieni che hanno causato danni per oltre 1 miliardo di euro nelle campagne, proprio a partire dai frutteti: si va dalla “cimice marmorata asiatica” proveniente dalla Cina che con le punture rovina i frutti, rendendoli inutilizzabili e compromettendo seriamente parte del raccolto. E danni sta facendo anche la Drosophila Suzukii il moscerino killer che ha attaccato ciliegie, mirtilli e uva dal Veneto alla Puglia. Le castagne hanno sofferto il cinipide galligeno del castagno e il Dryocosmus Kuriphilus, proveniente dalla Cina. Infine, la Xylella, arrivata in Italia portata da piante tropicali giunte dall’America latina, che finora ha contagiato oltre 21 milioni di piante di ulivo.
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