Gli italiani amano incontrarsi, godersi le piazze, sostare ad un tavolino e godersi un pasto o un buon aperitivo. D’altronde siamo il Paese dei “bar”, dei ristoranti, trattorie ed osterie che popolano le vie, locali sinonimo di convivialità e che hanno rivisto negli italiani, dopo l’amara parentesi del lockdown, la voglia di ritrovarsi. Ma se l’emergenza sanitaria è, per fortuna, un ricordo, a frenare lo slancio c’è l’effetto inflazione per i consumatori ed i costi saliti per gli imprenditori, tanto che vivere il “fuori casa”, con gli stipendi che non decollano, per molti può essere un piccolo lusso. Sarà questa, quindi, una delle sfide più importanti da vincere per un settore, quello dell’horeca, che riveste una importanza da non trascurare nell’economia nazionale ma anche in un’ottica sociale e di integrazione. La voglia di convivialità, non a caso, è emersa in modo evidente anche dal report della Federazione Italiana Distributori Horeca (Italgrob) e Censis che hanno presentato (al Senato della Repubblica) il Rapporto “Il fuori casa rende l’Italia migliore”, edizione n. 3, alla presenza, tra gli altri, di Gian Marco Centinaio, vicepresidente del Senato della Repubblica, e i vertici di diverse Commissioni della Camera dei Deputati, come Paola De Micheli, vice presidente della Commissione Attività Produttive, Mirco Carloni, presidente Commissione Agricoltura, e Francesco Battistoni, vicepresidente della Commissione Ambiente, Territorio e Lavori Pubblici.
Lo studio evidenzia l’importanza della convivialità, come bisogno e desiderio primario delle persone e come componente decisiva del benessere collettivo: non penalizzare la filiera del fuori casa è una buona scelta per l’economia e per valorizzare la diversità italiana di una più alta qualità della vita collettiva, tanto apprezzata anche all’estero. I risultati della ricerca certificano che la presenza di luoghi in cui potersi incontrare e stare insieme, come piazze o locali pubblici, è per gli italiani importante, non solo per il proprio benessere soggettivo, ma anche per la qualità della vita collettiva. Tuttavia, affinché il fuori casa possa esercitare i suoi benefici effetti deve essere sostenibile per le imprese e con prezzi dei suoi beni e servizi accessibili per i consumatori.
Nell’ultimo anno l’inflazione ha razionato la voglia di fuori casa degli italiani: è essenziale che, all’impegno degli attori della filiera, a cominciare dalla Distribuzione Horeca, siano quindi affiancati interventi di supporto alla domanda dei consumatori e alle imprese. Come si evince dal Rapporto, se l’83,4% degli italiani considera la presenza di luoghi in cui potersi incontrare e stare insieme importante per il proprio benessere, il 90,9% li ritiene fondamentali per la qualità della vita collettiva. Inoltre, per il 93,7%, questi luoghi rendono più vivibile un territorio, che sia un quartiere di una città, un centro storico o un Comune minore. Per il 90,8% degli italiani i luoghi della relazionalità, come quelli del fuori casa, sono vitali poiché conservano un plus della società italiana come la convivialità. Un’opinione condivisa dall’89,4% dei residenti al Nord-Ovest, dal 91,2% al Nord-Est, dal 90,5% al Centro e dal 91,9% al Sud e Isole. Il 72,5% è, inoltre, convinto che essere una società con tanti luoghi di incontro e di convivialità significa essere meno esposti a conflittualità e violenza, mentre l’87% ritiene che potersi incontrare in luoghi fisici abitui ad accettare persone con idee diverse. L’87% degli italiani sostiene che titolari e gestori di locali hanno la responsabilità sociale di promuovere buona relazionalità, inclusa una coesistenza serena tra clienti e residenti: lo pensa l’81,6% dei giovani, l’84,7% degli adulti e il 94,3% degli anziani. Secondo il Rapporto, un italiano su sei è convinto che in Italia l’inflazione galoppi oltre il 20%, mentre per il 55,8% è destinata ad aumentare nei prossimi mesi e, proprio a causa dell’inflazione, 14 milioni di italiani in corso d’anno hanno dovuto rinunciare una o più volte a recarsi presso locali del fuori casa. Tra i motivi ci sono il rialzo dei prezzi, il taglio delle spese, le minori disponibilità economiche, la preferenza della convivialità in casa.
La voglia di fuori casa è comunque molto forte tra gli italiani, con il 60,7% che vorrebbe nei prossimi mesi potersi recare di più in ristoranti, bar, enoteche, trattorie. Spiega Antonio Portaccio, presidente Italgrob: “con il terzo rapporto “Il fuori casa rende l’Italia migliore” abbiamo voluto mettere in luce la straordinaria valenza del mercato dei consumi fuori casa ed evidenziare il prezioso ruolo del distributore food & beverage. Vivere delle esperienze di consumo all’esterno delle mura domestiche è per gli italiani condivisione, scambio culturale, relazionalità con familiari e amici e permette di rafforzare i legami sociali, incoraggiando allo stesso tempo la conservazione delle tradizioni e l’innovazione nell’ambito alimentare. Mi preme sottolineare, inoltre, come l’intero settore del fuori casa, compresa la distribuzione, si stia orientando con più convinzione verso pratiche sostenibili ed etiche, a dimostrazione di una maggiore responsabilità della categoria dei distributori Horeca nei riguardi dell’ambiente e delle comunità locali. Siamo consapevoli che attraverso questi comportamenti è possibile costruire una società più unita e inclusiva, dove il gesto del mangiare e del bere fuori casa rende l’Italia migliore”. Sara Lena, ricercatrice Area Consumer, Mercati Privati, Istituzioni Censis, ha rilevato che “il Rapporto mette in luce il valore della “convivialità” per l’Italia. Non è infatti solamente un tratto folcloristico, ma è una proprietà che contraddistingue in meglio la società italiana, contribuendo a preservarla da alcune dinamiche regressive emerse nel web e che, in alcuni Paesi, sono tracimate nella società. La convivialità diventa un bene pubblico essenziale in quanto rende la qualità della vita migliore. In questo senso, il fuori casa, con la distribuzione Horeca in testa, rende l’Italia migliore in quanto motore relazionale di eccellenza del nostro Paese”. Infine Dino Di Marino, dg Italgrob , che ha osservato che “dal Rapporto Italgrob-Censis 2024 emerge che si tratta di un mercato che non è solo e soltanto un asse fondamentale dell’economia italiana, ma anche una componente essenziale della storia e della cultura del Paese. Sono convinto che questa trilogia rappresenta una pietra miliare per tutti gli operatori del fuori casa italiano, un settore che saprà, sono certo, essere il volano per la rinascita e lo sviluppo dell’Italia dove i distributori food & beverage sapranno essere fondamentali protagonisti”.
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