Le imprese agroalimentari che tra il 2012 e il 2019 hanno partecipato a fiere hanno contribuito per l’82% alla crescita del fatturato del settore. Lo dice un rapporto Prometeia-Aefi (Associazione esposizioni e fiere italiane), presentato nella “Giornata Mondiale delle Fiere”, oggi, al Ministero delle Imprese e del Made in Italy a Roma. Le aziende che si affidano alle fiere per migliorare le proprie performance si rivelano quindi decisive per la crescita del sistema Italia. Non solo l’agroalimentare, che comunque è il settore che cresce di più, ma anche i comparti di tecnologia e edilizia e arredo che hanno visto aumentare i loro fatturati del 62% (+39 miliardi di euro su un totale di +62 miliardi). Lo studio prende in esame la crescita generata negli anni tra il 2012 e il 2019 dalle imprese che si sono affacciate alle fiere internazionali nei tre macrosettori e che è stata quasi doppia rispetto al trend generale dei comparti di riferimento: un surplus di beneficio rintracciato guardando a i risultati di un panel di 3.800 imprese che valgono il 25% del giro d’affari complessivo, ma che si sono rivelate assolute protagoniste dell’incremento.
In particolare, il fatturato delle singole aziende agroalimentari espositrici (prese a campione) è aumentato complessivamente del 20,5%. Il ricavo delle fiere è stato di 2 miliardi e ha contribuito per il 16,7% alla crescite delle imprese del settore. Ma è al futuro, grazie all’export e allo sviluppo delle Pmi, che guarda Aefi. Secondo il presidente dell’Associazione nazionale di riferimento per quartieri e organizzatori di fiere, Maurizio Danese, “per i 3 macrosettori il rapporto stima un’evoluzione positiva del fatturato al 2026 di oltre 50 miliardi di euro (+5,7%) grazie soprattutto alle esportazioni che cresceranno in valore dell’11% a fronte di un mercato interno poco più che stabile - ha detto - per questo serve accelerare sul veicolo per l’internazionalizzazione delle nostre principali rassegne”.
L’effetto fiera, conclude il report, potrà rivelarsi ancora più incisivo per i tre settori. L’ingresso di 4.150 nuove piccole medie imprese nell’Associazione porterebbe infatti un beneficio di un altro +0,6% sull’aumento complessivo di fatturato (+56 miliardi di euro) con un incremento ascrivibile alla sola partecipazione fieristica che si attesterebbe a +5,7 miliardi di euro, anziché 3,1. L’agroalimentare chiuderebbe il 2026 a +20 miliardi. Il comparto tecnologico invece a +39 miliardi, stabile edilizia e arredo.
Al convegno hanno partecipato Adolfo Urso, il Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Matteo Zoppas, presidente Ice Agenzia, Giuseppe Schirone, Principal Prometeia, Pietro Piccinetti, coordinatore Commissione internazionalizzazione Aefi, Lorenzo Berneri, responsabile Comunicazione e Relazioni esterne Simest, Simona Rapastella, dg FederUnacoma e vicepresidente Aefi, Federico Bricolo, presidente Veronafiere, Marco Carniello, Chief business officer Ieg- Italian Exhibition Group, e Renato Pujatti, presidente Pordenone Fiere e vicepresidente Aefi, insieme ad ambasciatori e rappresentanti di 30 ambasciate estere in Italia.
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