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NORMATIVA AGRICOLA

Il Dl Agricoltura è legge. Tra sostegno alle filiere, fondi e moratorie dei mutui per le aziende

Dopo il via libera al Senato, ok anche alla Camera. Soddisfatte, nel complesso, le organizzazioni della filiera (pur con qualche critica)
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Il Dl Agricoltura è legge. Sostegno a filiere, fondi e moratorie dei mutui per le aziende

500 milioni di euro a sostegno delle filiere in difficoltà, moratoria sul pagamento della quota capitale dei mutui e finanziamenti per le imprese che nel 2023 hanno registrato perdite di almeno il 20% sul 2022, altre risorse, intorno ai 45 milioni di euro, per ristorare le aziende vitivinicole più colpite dalla peronospora e da altre avversità climatiche, l’unione dello schedario vinicolo e dei registri di cantina attraverso il digitale (come abbiamo raccontato qui), ulteriori azioni per il contrasto al caporalato, ma non solo: sono alcune delle misure contenute nel Dl Agricoltura, che dopo l’ok del Senato, ha ricevuto nella serata di ieri anche il via libera dalla Camera, diventando legge. Un testo che nel complesso accontenta la maggioranza delle rappresentanze del mondo agricolo, da Confagricoltura a Coldiretti, da Cia-Agricoltori a Fedagripesca-Confcooperative, come già dopo il voto al Senato, ma non esente da critiche, soprattutto dal fronte cooperativo.
“Il Dl Agricoltura è legge. Ringrazio tutti i parlamentari che hanno sostenuto questo decreto, i sottosegretari Patrizio La Pietra e Luigi D’Eramo e i presidenti delle Commissioni di Camera e Senato, Luca De Carlo e Mirco Carloni. Mettiamo a terra importanti interventi per il settore agricolo, della pesca e dell’agroalimentare, ne potenziamo l’impatto e introduciamo nuovi strumenti per affrontare le crisi e le emergenze. La conversione in legge del decreto rappresenta un importante tassello della strategia complessiva che il Governo Meloni ha disegnato per lo sviluppo del settore agricolo e della pesca e che mira in prospettiva a rilanciare complessivamente l’agricoltura italiana anche a livello europeo e mondiale”, ha commentato il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida. Che ha aggiunto: “abbiamo messo a disposizione oltre 500 milioni di euro per sostenere le filiere in difficoltà, affrontare le emergenze, garantire maggiori controlli, specialmente sulle importazioni e assicurare un giusto reddito ai nostri produttori”, ha sottolineato il Ministro. “Inoltre, abbiamo rafforzato, insieme alla Ministra del Lavoro Marina Elvira Calderone, le azioni a contrasto del caporalato e contro le pratiche sleali per chi compra prodotti agricoli sottocosto, perché le eccellenze del nostro made in Italy devono essere legate non solo alla qualità indiscussa delle produzioni agricole italiane, ma anche alla dignità dei lavoratori agricoli. Continueremo a sostenere i nostri pescatori, agricoltori e imprenditori che ogni giorno fanno grande la nostra Nazione. La difesa del settore primario rappresenta un interesse centrale per il Governo”, ha concluso il Ministro.
Positive nel complesso, le reazioni delle organizzazioni agricole. “Confagricoltura ribadisce la propria soddisfazione per le numerose misure a sostegno delle imprese agricole contenute nel Dl Agricoltura, diventato legge. Positivi gli strumenti per contrastare i danni legati al cambiamento climatico (anche quelli catastrofali come le frane in alcune Regioni) e per rafforzare le filiere italiane. Un plauso particolare alle azioni messe in campo per debellare il caporalato, alla flessibilità in relazione a mutui e finanziamenti per le imprese in difficoltà, alla proroga sulle sperimentazioni in campo delle Tea. A pochi giorni dall’insediamento del nuovo Parlamento europeo, la Confederazione è pronta a dare il suo contributo per riportare l’agricoltura italiana al centro dell’Europa”, commenta l’organizzazione guidata da Massimiliano Giansanti, che sarà riunita in assemblea a Milano il 16 luglio, per discutere proprio di “Quale Europa? Per una politica agricola sostenibile e competitiva”.
Il Dl Agricoltura “recepisce molte delle richieste sollecitate da Cia-Agricoltori Italiani nelle ultime settimane. Dalla moratoria dei mutui all’introduzione di Granaio Italia, dalle risorse per le filiere in difficoltà ai ristori per le fitopatie, dalle norme sugli impianti fotovoltaici ai correttivi sulle pratiche commerciali sleali”, commenta l’associazione guidata da Cristiano Fini, che nei giorni scorsi, però, aveva criticato “lo stralcio dell’emendamento sulla proroga dell’entrata in vigore dell’obbligo assicurativo per i veicoli agricoli non circolanti su strada”.
“Pur evidenziando l’importanza dell’assetto generale del Decreto Agricoltura, che è stato varato per sanare alcune situazioni critiche per il comparto, come, ad esempio, le misure a favore delle imprese alluvionate e di alcune filiere fortemente danneggiate da fitopatie e/o epizoozie, è evidente che se ne siano introdotte anche altre che rischiano di tradursi in maggiori costi a carico delle imprese e delle cooperative agricole”, commenta, invece, il presidente Confcooperative Fedagripesca Carlo Piccinini. “La misura del Granaio Italia, ad esempio, che è stata inserita nel corso dell’iter parlamentare al Senato - spiega Piccinini - per come è stata formulata non è a nostro avviso funzionale a raggiungere l’obiettivo per cui è nata, ossia quello di dare maggiore trasparenza ai consumatori in materia di provenienza della materia prima”. Secondo il presidente della federazione agricola di Confcooperative, il legislatore ha infatti “formulato un testo che non tiene conto degli esiti a cui le diverse organizzazioni della filiera erano giunti al termine dei diversi tavoli di confronto istituiti presso il Ministero dell’Agricoltura e che rischia di essere uno strumento poco efficace per raggiungere i benefici sulle produzioni nazionali che si pone come obiettivo. La norma infatti introduce diverse esclusioni dalla registrazione dei cereali che non vanno in favore della tutela delle produzioni nazionali e pertanto la raccolta dati sarà parziale, lasciando di fatto prevalentemente solo ai consorzi e alle cooperative (che stoccano prodotto dei propri soci agricoli) gli obblighi della comunicazione trimestrale. Si tratta di obblighi che comportano oneri burocratici eccessivi e numerosi adempimenti, con un inevitabile aggravio di costi a carico delle cooperative e delle imprese agricole”. Maggiori oneri e costi che, secondo le Cooperative, ci sono anche in un’altra disposizione del Dl, funzionale a contrastare il fenomeno del caporalato, che istituisce la banca dati degli appalti in agricoltura e l’obbligo di attestazione di conformità per gli appaltatori. “Avevamo richiesto in più occasioni - spiega Piccinini - che venisse istituita, nell’ambito della rete del lavoro di qualità, anche un’apposita sezione dedicata ai contoterzisti. La nuova disciplina, se da un lato va nella direzione auspicata attraverso l’istituzione di un sistema che “certifica” le imprese che operano nella legalità, dall’altro introduce a carico delle stesse imprese un aggravio di costi, visto l’introduzione dell’obbligo della stipula di una fideiussione in capo ai contoterzisti, a garanzia del pagamento delle retribuzioni e dei contributi previdenziali ed assicurativi dei lavoratori utilizzati. Il timore, quindi, è che questi costi siano scaricati sulla committenza agricola, con la conseguenza di ampliare le opportunità di mercato di chi opera illegalmente, che potrà offrire servizi a costi ancora più competitivi. La formulazione di un pacchetto di norme dedicate alla lotta al caporalato poteva essere anche un’occasione per chiarire alcuni aspetti normativi relativi alla effettuazione di servizi da parte di cooperative agricole ai loro soci agricoltori: ciò, a nostro avviso, avrebbe potuto liberare molte iniziative imprenditoriali virtuose per togliere mercato alle imprese che operano nella illegalità. Facciamo un appello al Governo affinché nei relativi decreti applicativi delle norme introdotte dal Dl Agricoltura si faccia chiarezza sulle criticità e sui diversi punti da noi attenzionati”.

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