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SOSTENIBILITÀ

Dal 3 luglio 2024 il “tethered cap” è d’obbligo in Unione Europea per contrastare l’inquinamento

Una delle soluzioni eco-friendly più discusse degli ultimi anni, è legge: tappi inseparabili dalle bottiglie per evitarne la dispersione nell’ambiente
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Il tethered cap

Una delle soluzioni eco-friendly più discusse dell’ultimo periodo, nei giorni scorsi, è diventata obbligatoria per legge, a livello europeo: il tethered cap. Dopo essere stato oggetto di comunicazione politica ed aver diviso le aziende tra favorevoli e contrarie, tra chi sostiene che la soluzione aumenti costi e produzioni di plastica e chi invece è riuscita a ridurli entrambi, infatti, il tappo attaccato alla bottiglia, a seguito della direttiva di Bruxelles sulla plastica monouso (Sup) del 2019, è diventato - dal 3 luglio 2024, ndr - un must per la commercializzazione degli imballaggi fino ai 3 litri di capacità, all’interno dell’Unione Europea: dalle bottiglie di plastica agli imballaggi compositi (fatti di materiali diversi e manualmente inseparabili come i cartoni del latte o dei succhi di frutta), l’obbligo risparmia, invece, i contenitori in vetro e metallo.
L’obiettivo di questa direttiva sarebbe l’ottenimento di benefici ambientali simili a quelli riscontrati in esperienze come quella della Fondazione olandese per il Mare del Nord che, rispetto alle 10.000 unità del 2016 (tra i 20 ed i 128 tappi al chilometro), da quando le aziende locali hanno iniziato ad impiegare i tethered caps, ha rinvenuto ben 3.000 tappi in meno. Una misura importante, visto che i tappi sono tra i 5 rifiuti plastici più letali per i viventi marini, e considerati anche i dati Wwf che indicano che la plastica è il terzo materiale artificiale più diffuso nel globo, dietro soltanto ad acciaio e cemento, ma anche quelli di Legambiente che, con il rapporto “Beach Litter” 2019, prendendo in considerazione 93 lidi italiani, ha riportato una media di un tappo ritrovato per ogni metro di spiaggia battuto, situazione che è migliorata, ma di poco, quest’anno.

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