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GIORNATA DELL’ALIMENTAZIONE

“La transizione tecnologica non può più aspettare”: Federalimentare lancia l’Osservatorio dedicato

Una partnership insieme a Riello Investimenti e l’Università Luiss per sostenere l’innovazione delle imprese agricole della filiera made in Italy
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Un drone tra i campi di grano (ph: David Henrichs Via Unsplash)

Il recente G7 Agricoltura e Pesca di Ortigia si è chiuso ribadendo ancora una volta la necessità di investire responsabilmente nell’agricoltura sostenibile e in sistemi alimentari in grado di fornire cibo sicuro e di qualità per tutti riducendo gli sprechi. Secondo i dati Fao, infatti, la filiera globale del cibo è responsabile del 32% dei gas serra totali del pianeta e secondo molti non può esistere una lotta al riscaldamento globale che non passi per la trasformazione della filiera agroalimentare. E così è in quest’ottica che, oggi, 16 ottobre, in occasione della Giornata Mondiale dell’Alimentazione, Federalimentare ha lanciato, con un convegno tenutosi in Senato, a Roma, l’“Osservatorio sulla Transizione Tecnologica dell’Agroalimentare made in Italy”, realizzato attraverso una partnership con Riello Investimenti Sgr con il suo fondo Linfa e dal Centro di Ricerca Luiss X.Ite. L’obiettivo è stato spiegato chiaramente: i tre asset, impresa, finanza e ricerca, faranno squadra assieme per stimolare nuove strategie a sostegno dell’agroalimentare made in Italy, con investimenti in chiave transizione tecnologica e stimolando un legame virtuoso tra imprese, startup e innovazione.
“Siamo consapevoli che la strada per essere competitivi sui mercati globali non possa prescindere dall’innovazione tecnologica per continuare a produrre cibo di qualità, sicuro e sostenibile, di gusto unico e inimitabile - ha detto il presidente Federalimentare, Paolo Mascarino - e per innovare con successo, le imprese hanno bisogno del contributo delle università, dei centri di ricerca, di politiche pubbliche di sostegno alla ricerca e delle istituzioni finanziarie. Per questo abbiamo deciso di avviare e sostenere l’“Osservatorio sulla Transizione Tecnologica dell’Agroalimentare made in Italy”, in collaborazione con il Centro Ricerche X.Ite dell’Università Luiss, e anche di collaborare con il Fondo Linfa di Riello Investimenti Sgr, dedicato al sostegno dell’innovazione sostenibile del settore agroalimentare”.
Il “come” lo ha spiegato Michele Costabile, direttore Centro di Ricerca Luiss X.Ite: “forniremo alle migliaia di imprese dell’agroalimentare made in Italy periodici report e outlook sulle dinamiche della trasformazione tecnologica e sull'ecosistema dell'innovazione. L’Osservatorio adotterà diversi modelli di classificazione delle innovazioni Agrifoodtech per servire tanto la business community quanto la comunità degli innovatori e quella degli investitori agrotecnologici”.
Secondo i promotori, infatti, a fronte di un comparto alimentare aggregato (comprendente agricoltura, industria, distribuzione e ristorazione) che genera oltre 600 miliardi di euro di fatturato, contribuisce a circa il 32% del Pil, ha 1,3 milioni di imprese e più di 3,6 milioni di occupati con una crescita di tutti i principali indicatori di performance confermata anche nel 2023 (+7,1% del fatturato, + 6,6% dell’export, secondo l’ultimo rapporto Federalimentare-Censis), l’ecosistema dell’innovazione Agrifoodtech in Italia è, invece, ancora in una fase embrionale. Il 2023 ha visto investimenti complessivi per circa 250 milioni di euro (fonte: AGfunder), giudicati significativamente inferiori agli investimenti in startup innovative del settore Agrifoodtech nei principali Paesi europei, e incomparabile rispetto alla Silicon Valley. Inoltre, un’analisi di Forward Fooding ha indicato che l’Italia è al quarto posto in Europa per numerosità di startup Agrifoodtech, ma solo decima per capitali raccolti.
Per Alessandro Morelli, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, “le potenzialità sono immense: l’agricoltura di precisione, l’uso dei big data, l’intelligenza artificiale e la blockchain possono migliorare l’efficienza delle aziende agricole, ridurre gli sprechi, e garantire ai consumatori una tracciabilità completa e trasparente dei prodotti. È essenziale investire in formazione e ricerca affinché le soluzioni più avanzate siano applicabili anche alle realtà agricole più tradizionali, senza lasciare indietro nessuno”.

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