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LE NUOVE TENDENZE

Calo vendite e cambio di consumi: le riflessioni di Nomisma sul futuro del vino (e dei produttori)

Cresce l’interesse sulla sostenibilità a beneficio delle piccole aziende. Ma servono pianificazione strategica e analisi dei mercati
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Le riflessioni di Nomisma sul futuro del vino

Con il calo dei volumi nelle vendite e le evoluzioni negli stili di consumo del vino, certificato anche e soprattutto dagli ultimi report Wine Monitor di Nomisma, la società di consulenza con sede a Bologna ha pubblicato una serie di riflessioni da parte di Roberta Gabrielli, head of marketing, business processes and communication Nomisma, volte ad analizzare le sfide che nei prossimi anni le imprese del vino dovranno affrontare.
In particolare, secondo Gabrielli, queste sono sia di carattere esogeno che endogeno: se da una parte gli operatori devono sempre comunque tener conto dei cambiamenti dei consumi e degli aspetti legati al territorio e al cambiamento climatico, serve anche attenzione alla gestione dei costi operativi e al posizionamento sui mercati e canali distributivi, sia italiani che esteri. “Fattori che sono destinati a essere sempre più interconnessi tra loro - spiega - e questo richiede un approccio strategico consapevole e strutturato”.
Anche perché l’interesse verso il mondo del vino si sta profondamente modificando: gli italiani, per esempio, appaiono dalle varie osservazioni sempre più curiosi di conoscere le realtà che si celano dietro le storie di chi fa il vino, non solo progetti guidati da valori e visioni condivisibili dal consumatore, ma anche legati alla sostenibilità, intesa come sociale, ecologica e perfino economica. Ne consegue che questa tendenza, secondo Nomisma, porti progressivamente a dare sempre più spazio ed attenzione alle aziende di piccole-medie dimensioni, ma che hanno comportamenti virtuosi o che producono vini di varietà in zone alternative. Il concetto stesso di brand si sta evolvendo profondamente, così che chi beve vino cerca una propria coerenza nel condividere gli stessi valori in tutti i diversi ambiti di consumo: “volendo indicare alcuni macro trend - osserva Gabrielli - i vini iconici continuano ad aumentare i prezzi e offrono ottime marginalità, mentre i vini “commodity” sono appannaggio di player sempre più grandi”. Viene, così, citata una recente consumer survey di Nomisma Wine Monitor: per l’85% degli intervistati la crescita più accentuata nei prossimi anni riguarderà i vini bio o con certificazione sostenibile, seguono i vini di piccoli produttori (79%), quelli prodotti in vitigni autoctoni (75%) e quelli di uno specifico territorio (66%). E tra le nuove tendenze, aumenta anche l’attenzione verso le bottiglie a bassa gradazione alcolica e con il packaging con vetro più leggero.
Ma allora per i vignaioli quali sono le priorità per affrontare le sfide future? Secondo un altro report di Nomisma che viene citato, nel quale ad essere interrogati sono stati proprio i produttori, per il 62% dei rispondenti è fondamentale la pianificazione strategica e la definizione del piano di sviluppo pluriennale. Questa precede l’ottimizzazione dei processi produttivi (46%), lo sviluppo dell’offerta enoturistica e ricettività (43%), l’espansione internazionale (38%), l’approfondimento della conoscenza di mercati, concorrenti e strategie di marketing (33%), la gestione di cassa, costi e margini (28%) e la finanza agevolata (23%).
Ma niente è così facile quando si fa impresa, soprattutto in un periodo come quello attuale segnato da profonda incertezza: “per prima cosa è indispensabile analizzare con grande attenzione i trend di mercato attuali e prospettici in relazione alla produzione e ai consumi - sottolinea Roberta Gabrielli - è poi necessario definire i fattori chiave di successo, dal prodotto di qualità ai canali di vendita”.
Ma non sempre le imprese del vino, specie quelle di piccola dimensione, dispongono degli strumenti e delle competenze per adottare un approccio strutturato e per questo si avvalgono della consulenza di Nomisma: “se da un lato Wine Monitor è l’Osservatorio pensato per supportare le aziende e le istituzioni della filiera vitivinicola italiana nella comprensione delle dinamiche di mercato, l’attività di consulenza mirata fornisce alle cantine un supporto qualificato alla definizione di efficaci strategie di business per affrontare con successo le sfide di oggi e di domani”, conclude.

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