La sostenibilità è un tema universale e sicuramente tra i più attuali, soprattutto in un ambito, quello del wine & food, dove si sta lavorando molto per raggiungere obiettivi sempre più virtuosi. Ma quanto c’è, in concreto, a livello di presenza e di percezione della sostenibilità nei Consorzi e quali sono le azioni messe in atto nella filiera, le difficoltà riscontrate, i progetti pianificati in ambito ambientale, economico e sociale? Risposte che arrivano da una ricerca che mira a realizzare una prima mappatura della sostenibilità nel settore delle Indicazioni Geografiche (Ig) italiane con l’intento di fornire ai Consorzi di tutela e alle istituzioni strumenti conoscitivi approfonditi e analitici e che possono offrire una panoramica chiara e completa della situazione attuale del settore Dop/Igp che, come è noto, ha superato la soglia dei 20 miliardi di euro di valore alla produzione nel 2022, a dimostrazione dell’importanza che ricopre per l’economia italiana. Non manca la carne al fuoco nello studio - di oltre 900 pagine, -curato dalla Fondazione Qualivita e realizzato con il contributo del Ministero dell’Agricoltura, e che evidenzia il crescente impegno dei Consorzi italiani verso la sostenibilità ambientale, economica e sociale, sottolineando il ruolo strategico dei prodotti Dop e Igp per lo sviluppo dei territori e delle comunità locali.
Il rapporto “Dop sostenibilità”, che analizza normative, schemi di certificazione e un campione rappresentativo di 30 prodotti agroalimentari italiani Dop e Igp, è stato elaborato utilizzando la metodologia Fao-Origin, ed è stato rivelato che le Ig campionate coprono un sottoinsieme di 45 indicatori: 23 indicatori per il pilastro resilienza economica; 5 indicatori per il pilastro buona governance; 9 indicatori per il pilastro benessere sociale e 8 indicatori per il pilastro integrità ambientale. Dunque, è il pilastro della resilienza economica il più sviluppato, con 23 indicatori rilevati, confermando il ruolo cruciale dei Consorzi nel garantire la stabilità economica delle filiere produttive e nella valorizzazione dei territori. Tuttavia, esistono ampie opportunità di miglioramento, in particolare per il pilastro dell’integrità ambientale, che presenta solo 8 indicatori, e per la buona governance, con 5 indicatori. Il settore lattiero-caseario si è dimostrato il più avanzato in termini di sostenibilità, con 38 indicatori rilevati su 45, seguito dal settore prodotti trasformati a base di carne e dal settore prodotti ortofrutticoli, ciascuno con 30 indicatori. Le principali aree di miglioramento evidenziate dal rapporto includono la gestione del rischio climatico, la riduzione delle emissioni di gas serra, la promozione di pratiche di conservazione del suolo e delle risorse idriche, così come l’incremento della formazione formale e informale, la consapevolezza in tema di igiene e sicurezza, e la corretta identificazione dei pericoli e valutazione dei rischi. Questi aspetti, ancora poco rappresentati nei disciplinari di produzione, potrebbero essere meglio integrati nelle strategie dei Consorzi e formalizzati nei documenti di riferimento per promuovere una maggiore sostenibilità complessiva.
Per Mauro Rosati, direttore Fondazione Qualivita, “il rapporto conferma che le Indicazioni Geografiche italiane possiedono nel loro dna un modello di sostenibilità avanzato e in continua evoluzione. Questo approccio si riflette non solo nei processi produttivi e nella gestione complessiva delle Ig, ma anche nei numerosi progetti già avviati dai Consorzi in molte di queste filiere. Il nostro sistema Dop Igp è ora di fronte a una sfida cruciale: aumentare i principi di sostenibilità per rispondere alle crescenti aspettative dei cittadini e dei mercati internazionali. Per raggiungere tale obiettivo, è fondamentale dare maggior rilievo all’integrità ambientale e al benessere sociale, arricchendo così il concetto di qualità italiana con i valori della sostenibilità”. Cesare Mazzetti, presidente Fondazione Qualivita, ha aggiunto che “siamo convinti che attraverso progetti di ricerca come questo si possa dare un serio contributo verso la transizione green del sistema Dop Igp italiano. I Consorzi possono giocare un ruolo decisivo nel rafforzare i requisiti di sostenibilità, rendendo più competitivi i nostri prodotti sui mercati globali e aiutando i territori ad essere più sostenibili”. Cesare Baldrighi, presidente Origin Italia, ha evidenziato, infine, che “questo studio rappresenta un punto di partenza fondamentale per comprendere lo stato attuale della sostenibilità nelle Ig italiane e le azioni necessarie per migliorarlo. Il nostro impegno come soggetto di rappresentanza dei Consorzi italiani sarà quello di sostenere in tutte le sedi istituzionali un progetto unitario e di sistema per la sostenibilità delle Ig italiane”.
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