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VISIONI DI FUTURO

Vino, consumi in calo e scenario complesso. Anche nella visione “al femminile” del settore

I dati Nomisma Wine Monitor e le testimonianze da tutto il mondo nel “Forum Mondiale delle Donne del Vino” n. 3, firmato dalle Donne del Vino italiano

I consumi di vino nel mondo sono calati del 7,5% in 20 anni. Ma se ci sono aree che si sono nel tempo un po’ disaffezionate al nettare di Bacco, ce ne sono altre, come Stati Uniti, Asia e Australia, dove i volumi di acquisto sono in crescita. E segnali positivi, pur in un contesto difficile, giungono, pare, anche dall’Italia (dove i consumi sono scesi da 29,3 a 21,8 milioni di ettolitri), e soprattutto dai giovani consumatori che, puntando l’attenzione su vini di qualità, sostenibili, biologici in testa, e più leggeri, stanno incrementando almeno i consumi occasionali, con i Millennials e la Generazione Z arrivati a una quota del 73%. A dirlo è la ricerca Nomisma Wine Monitor, “Vino 5.0: la rivoluzione dei consumi”, presentata, ieri, da Roberta Gabrielli al Forum Mondiale delle Donne del Vino n. 3, organizzato a Roma a Palazzo Grazioli dalle Donne del Vino, oggi guidate da Daniela Mastroberardino, che ha radunato le rappresentanti di dodici associazioni che riuniscono esperte, produttrici e professioniste del vino provenienti da tutto il mondo con cui l’Italia, a partire dal 2019, sotto la presidenza di Donatella Cinelli Colombini, ha costituito un network internazionale e siglato un patto di collaborazione.
I trend di consumo analizzati da Nomisma dimostrano che il requisito di sostenibilità del vino, in tutte le sue declinazioni, packaging compreso, sta diventando sempre più rilevante. L’85% degli interpellati ritiene che nei prossimi tre anni il vino biologico sarà quello maggiormente in crescita nei consumi. Analogamente, l’85% degli intervistati, con un picco del 93% nelle risposte dei giovani nati dopo il 2000, per quanto riguarda le prospettive di consumi di vini che abbiano in genere una certificazione di sostenibilità. Si scommette anche sull’appeal dei vini da vitigni autoctoni (75%) e sui vini dei piccoli produttori (79%). Si conferma, inoltre, la tendenza sul low e no alcol da parte dei giovani: per il 53% della Generazione Z il futuro è verso vini a minor tasso alcolico e il 31% punta sulla crescita dei vini dealcolati. Ma si vede con favore anche la proposta delle Limited Edition (indicata dal 50% dei nati dopo il 2000) e di vino in lattina (11%), anche se la tendenza è più diffusa all’estero, con il 40% dei Millennials Usa che consuma questo formato. La sostenibilità del packaging è inoltre importante: il 59% della Generazione Z punta su un vetro più leggero. La ricerca Nomisma rimarca anche come l’enoturismo sia un punto di forza del Belpaese, con la spesa media nel 2024 che ha totalizzato i 2,9 miliardi di euro. E le imprenditrici donne sono protagoniste nell’ospitalità (76% delle addette è rosa), marketing (80%) e attività agrituristica (75%). Donne sempre più protagoniste anche nei consumi di vino: la quota è infatti cresciuta al 41,5%, rispetto al 15,5% di 8 anni fa.
“Abbiamo capito che i tanti cambiamenti che stiamo vivendo, vanno ben oltre l’economia, ma sono legati a delle trasformazioni epocali - ha osservato Daniela Mastroberardino, presidente delle Donne del Vino - pur da prospettive differenti, il Vecchio e il Nuovo Mondo si ritrovano su tanti temi comuni. Oggi più che mai, costruire una rete solida e collaborativa a livello internazionale è fondamentale per affrontare le nuove sfide e per cogliere nuove opportunità. E in quest’ottica, siamo entusiaste di annunciare una grande degustazione internazionale dei vini delle Donne del Vino del mondo, che si terrà nel 2025. Sarà un’occasione per far conoscere l’eccellenza dei nostri vini, raccontare le nostre storie e rafforzare i legami che ci uniscono. Il futuro del vino si scrive insieme, e noi siamo pronte a farlo”.
Il Forum ha visto la partecipazione online di rappresentanti delle associazioni femminili del vino di diversi Paesi. Moderate dalla giornalista e delegata del Lazio Manuela Zennaro, ciascuna ha portato la propria visione sui cambiamenti in atto nel settore, puntando sui nuovi trend di consumo dei giovani, ovunque contraddistinti dall’attenzione alla qualità, alla sostenibilità, alle maggior leggerezza e freschezza dei vini, ed ai packaging più leggeri. E con la raccomandazione da parte di tutte le intervenute di coinvolgere maggiormente i giovani con una comunicazione efficace, da attuare soprattutto attraverso i social. “Vini più leggeri, con alcol molto basso: si scelgono più i bianchi. Stesso discorso sul packaging: sempre meno bottiglie senza sughero, e l’utilizzo di bag-in-box. I giovani e le donne hanno bisogno di più informazione. E le donne portano più innovazione nella comunicazione, comprano e consumano più vino”, ha raccontato dalla Francia Melanie Pfister, past president “Femme de Vin”.
“C’è una contrattura dei consumi a causa della crisi economica, ma anche di una nuova attenzione alla salute. Si cercano vini più economici. I Millennials sono i maggiori consumatori, ma per loro bere vino vuol dire fare un’esperienza. I consumatori più giovani preferiscono i cocktail, il vino per loro è una bevanda troppo complicata per il nuovo lifestyle”, ha detto, invece, dalla Germania, Trixi Bannert di “Vinissima”.
“In Argentina il potere d’acquisto delle famiglie oggi è minore e quindi ne hanno risentito anche i consumi di vino. Negli anni Settanta gli argentini consumavano 91,8 litri pro capite, nel 2022 18 litri. I nuovi consumatori sono curiosi e chiedono libertà, freschezza, packaging più leggeri e sostenibilità. Serve un nuovo codice di comunicazione verso i giovani, per fargli venire voglia di bere”, ha detto Cristina Pandolfi di “Amuva” (Asociación Mujeres del Vino de Argentina).
“I giovani cercano i premium beverage tra i 15 e i 30 dollari. Vogliono sostenibilità e bevono il vino in occasioni sociali”, ha, sottolineato, dall’Australia Jane Thomson della “Fabulous Ladies’ Wine Society”.
“Nel 2023, abbiamo fatto un sondaggio tra le donne e le notizie sono buone: il 91% conosce i vini austriaci. Le under 30 (83%) bevono vini austriaci. Le donne preferiscono il vino, gli uomini la birra. Crediamo e scommettiamo molto sull’enoturismo”, ha detto dal canto suo Heidi Schrock di “11 Frauen und ihre Weine”, dall’Austria.
Dal Canada, invece, arriva la testimonianza di Susana Ochoa Vega, della “Canadian Women’s Wine Association”: “in Québec la popolazione è più anziana e chiede sempre consiglio su tutto; comprare una casa o un vino, ha sempre bisogno di certezze. I giovani tra i 18 e i 40 anni, invece, seguono i social o siti web. Il 72% consuma il vino a cena, per l’aperitivo preferiscono gli spirits o i cocktail. Sono popolari il sidro e la birra. Il futuro? Vini a basso grado alcolico e vini biologici e naturali”.
“Gli ettari del Cile stanno diminuendo, ma i consumi rimangono stabili. I giovani rappresentano l’11% di chi consuma vino e preferiscono vini più facili da bere a basso grado alcolico, più dolci e fruttati. Per le donne resta ancora un importante gender gap: l’87% dichiara di guadagnare meno di un uomo a pari lavoro”, ha aggiunto ancora Cristina Alvarez Gonzalez, dell’“Asociación de Mujeres del Vino Chile”.
Dal grande Oriente arriva, invece, la testimonianza di Michelle Liu (“Women in Wine & Spirits Award”):
“in Cina il vino rimane un settore molto piccolo rispetto alle altre bevande: rappresenta meno dell’1%. I giovani sono più attratti da cocktail a base di frutta e altre bevande con molto sapore, sono molto social e questo ha avuto un impatto sui consumi del vino: se il vino vuole raggiungerli, deve arrivare sui social. Sono molto importanti gli acquisti online di vino che hanno superato quelli in negozio. Cresce il consumo di vino bianco e chi compra è soprattutto donna”.
“Noi siamo produttori di vino con oltre 134 varietà locali. Sono 188 le donne produttrici su un totale di 1.364 vignaioli. Un comparto che vale 6 milioni di euro. I giovani bevono vini più leggeri: rosati, bollicine e orange wine”, ha raccontato dalla Croazia Sanja Muzaferija di “Women on Wine”.
“I giovani georgiani preferiscono vino rosso (34%) e orange wine (20%). Abbiamo un boom di enoturismo: si prevedono oltre 7 milioni di visitatori nei prossimi anni. La Generazione Z ama i Pet Nats rifermentati in bottiglia. Sono sempre più informati e formati”, ha raccontato Tamara Gvaldze della “Georgian Association of Women Winemakers”.
Secondo Nicky Grandorge, della “New Zealand Women in Wine”, “nel 90% dei casi si consumano vini locali, ma il consumo è sceso del 20% negli ultimi 20 anni. Cosa portano i giovani tra i 21 e i 24 anni a un party? Bevande alternative al vino, possibilmente low alcol”.
“Abbiamo un consumo molto alto pro capite di alcol: i peruviani preferiscono bevande dolci e forti. Si bevono vini cileni e argentini, ma anche spagnoli. La birra è in cima alla top ten delle bevande consumate. Per i giovani il vino ha costi troppo alti, lo considerano d’élite. Però amano l’abbinamento di vino e cibo, bisogna lavorare in questa direzione parlando loro sui social”, ha concluso dal Perù Carmen Robatty Abrill de Moquillaza de “Las Damas del Pisco”. Tante testimonianze, che confermano che lo scenario in cui si deve muovere il vino, nel prossimo futuro, è molto più complesso di quanto visto nel recente passato.

Cristina Latessa

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