Con le vendite che hanno segnato un +1% a volume (pari a 47.383 tonnellate) e un +4,1% a valore (per oltre 873 milioni di euro), sul 2023, nel 2024 il Parmigiano Reggiano sovraperforma nel “sell-out” totale Italia (distribuzione moderna e discount; fonte: Niq), a fronte di uno scenario di mercato che ha visto un calo delle vendite a volume totali del -0,9% (pari a 126.884 tonnellate), ma una crescita a valore del +1,1% (oltre 2 miliardi di euro). Sono i dati diffusi, nei giorni scorsi, dal Consorzio del Parmigiano Reggiano, a “Marca” 2025 by BolognaFiere, la Fiera italiana dedicata alla marca commerciale, sulle catene gdo, alle quali guarda sia nella prospettiva delle “private label”, sia dello sviluppo a 360 gradi del Parmigiano Reggiano per valorizzare la Dop ed il suo brand.
Prospettiche che, per il Consorzio, sono anche occasione per promuovere l’utilizzo della Dop come ingrediente caratterizzante in prodotti alimentari, ovvero tutti i prodotti composti, elaborati o trasformati che recano nell’etichettatura, nella presentazione o nella pubblicità il riferimento alla denominazione protetta. Dati alla mano, si tratta di un mercato che sta crescendo velocemente: basti pensare che nel 2023 l’industria è stata il secondo canale distributivo per il Parmigiano Reggiano, con una percentuale che si è attestata al 17,1%. Inoltre, nello stesso anno i prodotti contenenti la Dop come ingrediente caratterizzante hanno registrato ottime performance, con un aumento delle vendite a valore del +19,2% e delle vendite a volume del +15,3% (fonte: Niq-Gfk), a dimostrazione del valore aggiunto che fornisce l’uso del nome “Parmigiano Reggiano” nell’etichettatura. La Dop è, infatti, un simbolo di eccellenza e di versatilità in grado di conferire un tocco di carattere unico a qualsiasi categoria merceologica, come prodotti da forno, paste ripiene, sughi pronti, creme, secondi piatti, salumi, insalate, olio e dolci. Un esempio perfetto degli oltre 1.200 prodotti autorizzati è il Pesto Barilla con basilico da agricoltura sostenibile e Parmigiano Reggiano, prodotto leader nel mercato del pesto, esportato in tutto il mondo, dagli Usa al Giappone, che rappresenta il matrimonio tra due realtà simbolo della cucina italiana e della dieta mediterranea.
Il Consorzio ha, dunque, salutato con grande favore l’entrata in vigore nello scorso maggio del Regolamento Ue 2024/1143 sulle Indicazioni geografiche, che contiene un articolo sui prodotti trasformati che utilizzano come caratterizzante un’Indicazione geografica e recepisce alcuni principi generali già applicati dal Consorzio, quali l’obbligo a non utilizzare prodotti comparabili e a usare una quantità minima dell’Ig al fine di caratterizzare il gusto del prodotto. Inoltre, è divenuto obbligatorio per l’operatore stabilito nell’Ue notificare preventivamente ai consorzi l’intenzione di commercializzare un prodotto che utilizza un’Ig come ingrediente caratterizzante. Il nuovo Regolamento si è affiancato al Dec. Lgs. 297/04 italiano che, già dal 2004, prevede che i consorzi debbano autorizzare i prodotti trasformati che usano un’Ig come ingrediente caratterizzante. Il Consorzio del Parmigiano Reggiano attualmente dà l’autorizzazione quando la Dop è presente al 4% sul prodotto finito minimo e al 15% per i prodotti lattiero-caseari come le creme e i formaggini fusi.
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