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GUERRA COMMERCIALE

Takeshi Niinami: “i dazi di Trump stanno spegnendo l’appetito degli investitori verso gli Usa”

Parola del ceo del colosso giapponese del beverage mondiale Suntory. “Gli stessi consumatori acquistano prodotti economici e non più premium”
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Takeshi Niinami, , ceo Suntory Holdings Ltd

Nella guerra commerciale scatenata dai dazi imposti dal presidente Usa Donald Trump a mezzo mondo, se non al mondo intero, i commerci globali potrebbero andare avanti anche senza gli Stati Uniti, con le tariffe a doppia cifra sui prodotti importati su cui i diversi Paesi stanno ora trattando con la Casa Bianca, che, tra le numerose conseguenze, stanno scatenando anche l’effetto contrario, spegnendo l’appetito dei grandi investitori nelle imprese negli Stati Uniti, specie se si tratta di “paperoni” che hanno interessi in più settori e in più mercati, emergenti in primis, e questo potrebbe aggravare anche un’eventuale recessione dell’economia americana minacciata dall’inflazione (in cui lo stallo dei consumi è nei numeri di inizio 2025 della Wine & Spirits Wholesalers of America, analizzati da WineNews). Parola di Takeshi Niinami, ceo del colosso giapponese del beverage Suntory Holdings Ltd, tra le più antiche aziende di produzione e distribuzione di bevande alcoliche in Giappone - con brand come lo stesso Suntory, Château Lagrange, lo Scotch Laphroaig, la Vodka Haku, i whisky Yamazaki e Bowmore, ma anche Jim Beam che produce Bourbon americano (“oggetto della discordia” che ha acceso la guerra dei dazi, ndr), accanto al portfolio dei soft drink e dei rtd & non alcohol - che ha chiuso il 2024 con ricavi in crescita del 4,3% a 24,1 miliardi di dollari, vedendo le entrate degli alcolici aumentare di anno in anno, includendo o escludendo le accise di volta in volta, trainate dai ready-to-drink e dal whisky giapponese, e guadagnando quote di mercato anche nel whisky americano. Ma le prospettive 2025, in cui Suntory aveva previsto un’ulteriore crescita del 4,2%, non sono più così rosee.
Nello specifico il presidente Trump ha inizialmente imposto dazi del 24% ai prodotti importati dal Giappone, per poi sospenderli per i prossimi tre mesi per favorire i negoziati in corso nei quali Tokyo sta cercando di scongiurarne l’entrata in vigore. Per Niinami, “gli Stati Uniti sono ancora un mercato chiave, ma dobbiamo avere un portafoglio di investimenti più ampio”, ha detto, intervistato da “Bloomberg”, citando come opportunità quelle offerte da economie in ascesa come quelle dell’India e dell’Indonesia, e sottolineando come ad affievolirsi non è solo la voglia di investire da parte dei grandi imprenditori, ma anche la fiducia degli stessi consumatori americani spinti ad acquistare prodotti economici piuttosto che marchi premium per paura dell’inflazione.
Ma a differenza di quanto si possa pensare la minaccia dei dazi non porterà alla deglobalizzazione, secondo Niinami, convinto che senza l’economia più grande il resto del mondo sarebbe comunque in grado di sostenere l’economia mondiale e che Paesi come Giappone, la vicina Cina - verso la quale il ceo Suntory esorta Tokyo a rafforzare i legami commerciali - e India possono favorire il libero scambio nella regione Asia-Pacifico, e il Giappone in particolare farsene portabandiera, rispetto agli Stati Uniti che hanno deciso di andare nella direzione opposta.

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