“La posizione chiara espressa oggi dal Parlamento Europeo contro la proposta della Commissione Ue per un fondo unico che potrebbe compromettere il futuro della Pac è un segnale importante, che accogliamo con soddisfazione e che è in linea con quanto abbiamo sempre sostenuto a tutela del settore primario”. Così il presidente Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, sulla Relazione dell’Europarlamento per un rinnovato Quadro Finanziario Pluriennale dell’Unione, che ha visto l’approvazione di due emendamenti fondamentali per il settore agricolo, con cui l’Aula non solo ha bocciato la proposta del fondo unico, ma ha anche chiesto un bilancio agricolo rafforzato.
In un momento in cui la sicurezza alimentare, la sostenibilità ambientale e la competitività delle imprese agricole europee sono al centro del dibattito politico, Confagricoltura ribadisce che la Pac deve assolutamente restare una politica europea forte, ben finanziata e non frammentata in strumenti nazionali che rischiano di generare squilibri tra gli Stati membri.
“Da sempre, e con ancora più forza in questo periodo particolarmente complesso, stiamo lavorando per garantire un giusto ed equo reddito agli agricoltori - aggiunge Giansanti - ma anche sicurezza alimentare a tutti i cittadini con prodotti di eccellenza per la loro elevata qualità. Un lavoro che comprende inoltre una forte attenzione alla tutela e alla valorizzazione dei territori e delle tradizioni”.
Nel testo, non legislativo, approvato con 317 voti a favore, 206 contrari e 123 astensioni, i deputati, spiega una nota ufficiale dell’Europarlamento, chiedono un quadro finanziario pluriennale (Qfp) significativamente più ambizioso, in grado di rispondere alle crescenti aspettative dei cittadini europei in un contesto globale instabile.
“Il tetto di spesa attuale, pari all’1% del reddito nazionale lordo (Rnl) dell’Ue-27, non è sufficiente ad affrontare il crescente numero di crisi e sfide, si afferma nella risoluzione. Con il progressivo disimpegno degli Stati Uniti nella scena globale, la spesa dell’Ue dovrà far fronte a varie sfide, avvertono i deputati: la guerra di aggressione della Russia contro l’Ucraina, un contesto economico e sociale difficile, il divario di competitività e il peggioramento della crisi climatica e della biodiversità”, spiegano dal Parlamento Europeo. Che “respinge l’idea della Commissione di replicare il modello del dispositivo per la ripresa e la resilienza basato su “un piano nazionale per Stato membro”. I deputati chiedono, invece, una struttura che garantisca trasparenza, scrutinio parlamentare e il coinvolgimento delle autorità regionali e locali, nonché di tutti gli attori coinvolti. Nella risoluzione, si riafferma inoltre il ruolo fondamentale della politica di coesione nel rafforzare il mercato unico, ridurre le disuguaglianze e combattere la povertà. In particolare, i deputati reputano inadeguata la proposta di un “fondo per la competitività” che accorperebbe vari programmi esistenti. Chiedono, invece, la creazione di un nuovo fondo mirato che permetta di mobilitare investimenti pubblici e privati attraverso meccanismi di condivisione dei rischi sostenuti dall’Ue. Inoltre, pur ritenendo necessario un aumento della spesa per la difesa, i deputati avvertono che ciò non deve compromettere le politiche sociali, ambientali e gli impegni storici dell’Ue.
“Il prossimo bilancio a lungo termine deve ridurre gli oneri burocratici superflui per i beneficiari - affermano i deputati - senza però aumentare i margini di manovra della Commissione a scapito del controllo democratico del Parlamento. I deputati chiedono un bilancio semplificato, ma anche più trasparente”.
Nella risoluzione viene evidenziata la necessità di una maggiore flessibilità nella spesa: ogni settore strategico dovrà includere meccanismi di risposta alle crisi e gli aiuti umanitari dovranno essere adeguatamente tutelati da possibili tagli. Secondo i deputati, il prossimo Qfp dovrebbe includere due strumenti speciali: uno per gli aiuti in caso di catastrofi e uno per affrontare sfide impreviste.
Si sottolinea, inoltre, la necessità di vincolare l’accesso ai fondi al rispetto dei valori dell’Ue e dello Stato di diritto, introducendo un meccanismo di “condizionalità intelligente” per evitare di penalizzare i beneficiari per le azioni dei rispettivi governi.
Tra le richieste, anche quella che “il rimborso del debito per NextGenerationEU non comprometta i finanziamenti per le principali priorità dell’Ue. È necessaria una chiara separazione tra il rimborso del debito e la spesa per i programmi”, affermano gli eurodeputati, esortando il Consiglio ad introdurre nuove fonti di entrate. Il ricorso al debito congiunto è considerato uno strumento valido per affrontare crisi comuni a livello dell’Unione, come quelle negli ambiti di sicurezza e difesa.
“Vogliamo che il prossimo bilancio a lungo termine sia attrezzato per affrontare le sfide attuali, aiutando l’Europa a reagire rapidamente alle crisi, proteggere meglio i suoi cittadini e costruire un’Unione più forte e competitiva. Vogliamo anche garantire un sostegno adeguato alle nostre priorità a lungo termine, come la Politica Agricola e di coesione. Proponiamo un aumento del quadro finanziario pluriennale, responsabile e giustificato, andando oltre il limite dell’1% del Rrl. Se chiediamo all’Ue di fare di più, dobbiamo fornirle i mezzi per farlo. Il Parlamento approverà solo un bilancio a prova di futuro, flessibile, efficace e pronto a partire il primo gennaio 2028. Per questo chiediamo che i negoziati inizino subito dopo la proposta della Commissione attesa a luglio”, ha dichiarato Siegfried Mureşan, correlatore del testo approvato.
Le priorità del Parlamento confluiranno nella proposta della Commissione sul prossimo bilancio a lungo termine dell’Ue, attesa per luglio 2025. E tornando sul fronte agricolo, la Confagricoltura ricorda come “la Relazione di oggi dell’Europarlamento non è vincolante per la Commissione, ma è un chiaro segnale politico che non va sottovalutato - conclude Giansanti - è fondamentale che le imprese agricole abbiano la stabilità necessaria per migliorare la loro competitività sui mercati internazionali”.
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