“Soffriamo una gravissima carenza di cibo, acqua e medicine, che ha portato alla diffusione di malattie. Il concetto di cibo è cambiato: non è più un piacere, ma una lotta per la sopravvivenza. Ogni giorno è una battaglia per trovare un boccone da dare a mio figlio e alla mia famiglia. In questa terribile situazione, solo una cosa non è cambiata, il sorriso di mio figlio quando mangia e si sente sazio. Quel sorriso è la mia energia, è per lui che cucino, combatto, e tengo stretta la speranza, perché finché posso nutrirlo c’è qualcosa per cui vale la pena vivere”. Parole della food blogger palestinese Fatima Sameer Abu Daken (su Instagram @fatma.sammeer9, dove conta 126.000 followers), rimasta ferita a Gaza, insieme a suo figlio Aboud, dopo che una bomba è caduta sull’alloggio di fortuna dove i due dormivano. Il bimbo, 3 anni, ha perso un occhio e subito gravi traumi, mentre del resto della famiglia ancora non ci sono notizie. Fatima è incinta di 5 mesi e non è noto al momento se l’episodio ha avuto ripercussioni sulla gravidanza. Per lei e per la sua famiglia è attiva la raccolta fondi su GoFundMe, promossa precedentemente all’attacco subito nei giorni scorsi, con donazioni che vanno a supportare la ricerca del cibo per far mangiare a nove persone un solo pasto al giorno, acqua, legna per il fuoco, medicine e visite mediche e l’elettricità per il telefono.
A riportare la notizia del raid, in questi giorni, è stato il “Corriere della Sera”, attraverso il racconto del collega food writer e personaggio tv, Gigi Passera: “ha un marito, un figlio, ed è in attesa di una bimba - ha raccontato - prima della guerra si era laureata in lingue e aveva iniziato, con grande successo, a raccontare sui social le ricette palestinesi e la sua passione per il cibo. Aveva acquistato una casa in quella che era una città piena di energia e storie di resilienza. Sognava di aprire un ristorante. La sua vita era normale. Poi, le bombe hanno cambiato tutto. Si è ritrovata a vivere tra le macerie di un edificio a poca distanza dalla tenda di alcuni suoi familiari. E il cibo ha smesso di essere elemento di racconto ed è diventato una lotta per la sopravvivenza”.
Fatima ha meno di 30 anni ed è tra le autrici dell’ebook “Cocomero & Friends - ricette e voci per la Palestina”, un progetto di volontariato nato per sostenere i civili palestinesi rimasti senza casa e mezzi a causa dei bombardamenti israeliani nella Striscia di Gaza. Un’opera che include ricette, illustrazioni, fumetti, poster, testimonianze, saggi e articoli, per fare del cibo un canale di solidarietà, firmata da 76 autori provenienti da 10 nazioni. Nella sezione da lei firmata parla della “Maqluba”, la ricetta tipica delle feste palestinesi: un piatto a base di riso, agnello e verdure di stagione, che incarna l’idea di armonia e condivisione, e nelle quale viene descritta anche la sua esperienza da food blogger sotto le bombe. E mentre ancora non si hanno aggiornamenti sulla situazione, Passera dice che stanno “cercando di trovare il modo per farli evacuare facendo appello a tutti i canali possibili. Speriamo davvero che si possa trovare un modo per portarli al sicuro in Italia e fargli avere cure adeguate”.
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