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NEL FUTURO

Tecnologie smart tra i filari: come robot e Intelligenza Artificiale rivoluzionano il mondo del vino

Da Frasky dell’Istituto Italiano di Tecnologia, al selettore ottico di uve con l’Ai delle Tenute del Cerro, al robot Rc 3075 di “Mr Monfortino”

La viticoltura sta vivendo una trasformazione profonda, silenziosa, ma inarrestabile. Tra i filari, accanto alle mani esperte dei viticoltori, si muovono e operano sempre più spesso sensori, algoritmi e robot: la tecnologia non è più un ospite occasionale, ma un alleato stabile nella gestione delle vigne, e non solo. Dalla selezione ottica degli acini alla robotica avanzata, le soluzioni digitali stanno rivoluzionando il modo in cui si coltiva, si monitora e si protegge la vite. E le novità non mancano. Un esempio recente è Frasky, il robot sviluppato dall’Istituto Italiano di Tecnologia (Iit) attraverso il laboratorio Soft Robotics for Human Cooperation and Rehabilitation di Genova, in collaborazione con il laboratorio congiunto Joiint Lab, che unisce ricerca e industria, a Bergamo, coinvolgendo Intellimech, consorzio privato specializzato in meccatronica e tecnologie avanzate, Confindustria Bergamo, l’Università di Bergamo, attiva nella ricerca applicata e nella formazione interdisciplinare, e Kilometro Rosso, uno dei principali distretti italiani dell’innovazione, dove scienza e impresa collaborano per sviluppare soluzioni tecnologiche. “Pensato per affrontare le sfide dell’agricoltura moderna, dalla sostenibilità ambientale alla carenza di manodopera, fino alla necessità di una viticoltura di precisione - spiega l’Istituto - Frasky è in grado di muoversi autonomamente tra i filari, riconoscere i grappoli d’uva e applicare trattamenti mirati, riducendo sprechi e impatti chimici”. Frasky è stato testato prima in laboratorio e poi in un vigneto reale a Grumello del Monte, “dimostrando la sua efficacia anche su terreni irregolari e in condizioni ambientali variabili”.
E dalla vigna alla cantina, Tenute del Cerro, azienda fondata nel 1978 e di proprietà del Gruppo Unipol (con cinque tenute, di cui quattro vitivinicole, tra Toscana e Umbria, dove, tra l’altro, produce Vino Nobile di Montepulciano con la Fattoria del Cerro - è il più grande produttore privato - Brunello di Montalcino con La Poderina, Sagrantino di Montefalco con Colpetrone, e Vermentino di Toscana, con Monterufoli, per un totale di 5.000 ettari di terreno di proprietà, di cui quasi 300 vitati), ha recentemente investito, a Montepulciano, “in un selettore ottico di ultima generazione, capace di analizzare gli acini in tempo reale e distinguere quelli migliori da quelli da scartare, migliorando la qualità del prodotto finale con una precisione superiore all’occhio umano, raggiungendo livelli di accuratezza che arrivano al 90%, comunica in una nota la stessa azienda.
Una tecnologia nel complesso già diffusa in diverse realtà di pregio, ma con un’innovazione che “sta nella capacità di auto-apprendimento: l’Intelligenza Artificiale riconosce gli acini in base ai parametri impostati dal tecnico, creando per ogni varietà una “ricetta” personalizzata. La macchina lavora al posto nostro, ma resta l’uomo a guidare il processo - spiega l’enologo di Tenute Cerro Emanuele Nardi - l’Ia non sostituisce l’intelligenza umana, la amplifica”. “L’innovazione è parte integrante della nostra visione. La nuova cantina è stata progettata per integrare le migliori tecnologie disponibili, e l’introduzione del selettore ottico con Intelligenza Artificiale è un passo decisivo verso il futuro. Significa garantire qualità costante, valorizzare il lavoro in vigna e dare ai nostri clienti la certezza di un vino che unisce tradizione e avanguardia. Le Tenute del Cerro vogliono essere un punto di riferimento per chi crede che il vino sia cultura, ma anche ricerca e progresso”, sottolinea Antonio Donato, dg Tenute del Cerro.
Ma sono tante le aziende italiane che investono in innovazione, con esempi eccellenti, come, per esempio, il robot Rc 3075, un porta attrezzi autonomo progettato per operare senza operatore e dotato di un motore termico capace di generare energia elettrica e potenza idraulico, prodotto da “Black Shire”, frutto della collaborazione tra Roberto Conterno, alla guida della celebre cantina Giacomo Conterno, che produce il leggendario Barolo Monfortino Riserva, e l’ingegnere Federico Bona, e che ha ricevuto il “Technology Innovation Award” 2025 nell’ultima edizione di “Enovitis in Campo”, evento firmato Unione Italiana Vini - Uiv.
Solo alcuni esempi, tra i tanti possibili, che dimostrano come la sinergia tra ricerca, industria e tradizione agricola stia generando soluzioni concrete per affrontare le sfide del cambiamento climatico, della scarsità di risorse e della necessità di innovare senza perdere l’identità del territorio. Esempi, infine, di un mondo del vino, custode di grande tradizione, sia anche terreno fertile, e spesso motore, di innovazione.

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