
Tra le tante vendemmie d’Italia, ce ne sono alcune davvero peculiari, per la storia dei luoghi in cui avvengono. Come quella del Vigneto Pusterla, nel cuore di Brescia, ritenuto il vigneto urbano più grande d’Europa, di Emanuele Rabotti, proprietario della vigna, patron di Monte Rossa (e presidente Consorzio Franciacorta). Un vigneto particolare, dove, in queste ore, si è celebrato il rito della raccolta dell’uva Invernenga, varietà a bacca bianca tardiva coltivata a pergola. Un vigneto dalla storia antica: era il 1037 e il Monastero regio di Santa Giulia coltivava uva sulle pendici del Cidneo. Una posizione geografica unica che garantisce un’esposizione al sole per tutto l’arco della giornata e condizioni particolarmente favorevoli per la coltivazione della vite.
“Il Vigneto Pusterla è un raro esempio di agricoltura produttiva urbana con una coltivazione estesa di sola uva Invernenga e un terroir inimitabile. Il medolo, dove dimora il vigneto, è caratterizzato da una stratificazione calcarea, con marne e noduli di selce. La composizione e la pendenza del suolo assicurano il drenaggio, mentre le correnti pomeridiane purificano l’aria e l’esposizione permette all’uva di essere baciata dal sole perfettamente”, spiega una nota.
Con l’uva raccolta verrà prodotto il Pusterla, “il vino di Brescia e dei bresciani”, con una produzione limitatissima, tra le 5.000 e le 6.000 bottiglie di un “bianco fermo, dorato e fresco, con note saline e ammandorlate, simbolo di un territorio unico dove la città incontra la vigna”.
“Anno dopo anno, la vendemmia del Pusterla racconta di tempo, esperienza e passione - gli ingredienti che - come ricorda Emanuele Rabotti - definiscono l’arte di fare vino. Alle pendici del Castello di Brescia, tra piante di vite che sfiorano il secolo di vita”.
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