«Tu mi dimandi il mio nome, Ciclope; né io vo’ tacerlo. Però, tu devi darmi quel dono ospitale promesso. Nessuno è il nome mio. Nessuno mia madre mi chiama, Nessuno il padre mio. Nessuno i compagni miei tutti». Con questo tranello Ulisse riuscì a battere Polifemo, che - accecato da una trave ardente - convinse i compagni ciclopi accorsi alle sue urla che: «Nessuno, o compagni, mi uccide!». I Ciclopi dell’Odissea abitavano le pendici dell’Etna ed è per questo che Seby Costanzo ha chiamato “Cantine di Nessuno” la sua avventura vitivinicola iniziata nel 2015. Ma Cantine di Nessuno è anche un monito: la terra non è una proprietà, ma un prestito che si tramanda alle future generazioni, lasciandola integra e vitale. La terra in custodia alla famiglia Costanzo si trova sul versante sud-est dell’Etna, fra Fleri e Trecastagni. I 7 ettari di vigne si trovano sul Monte Gorna, a Carpene e sul Monte Ilice, rispettivamente a 700, 800 e 900 metri di altezza, cui si aggiungono 2,5 ettari di vigna conferita a Milo, il versante dove il Carricante (qui con altri 4 vitigni autoctoni di vigne agée), si esprime talmente bene da meritare la menzione “superiore” da disciplinare. Ecco quindi Milus, che l’annata 2022 fa largo e roccioso, sottile nei profumi di melone, cedro e fiori di biancospino, con cenni di erbe aromatiche spontanee e mandorla bianca, che accompagnano insieme il sorso sapido e pieno, lungo e rinfrescante.
(ns)
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