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ABITUDINI DI CONSUMO: SI DIFFONDE L’EFFETTO COCOONING- GLI ITALIANI CONTINUANO A BERE VINO IN FAMIGLIA O CON GLI AMICI, MA ORA PREFERISCONO FARLO NEL PROTETTIVO AMBIENTE DOMESTICO ... PER RISPARMIARE ED EVITARE L’ETILOMETRO

Italia
Più casa, meno ristorante per il vino italiano?

In tempo di ristrettezze economiche non cambiano solo le abitudini di consumo ma anche i luoghi in cui questi avvengono: un fenomeno che si sta progressivamente allargando e che investe anche il mondo del vino. Complici i controlli anti-alcol sempre più serrati e, soprattutto, l’acuirsi degli effetti di una crisi economica senza precedenti, sono sempre di più gli eno-appassionati che preferiscono disertare ristoranti e wine-bar per eleggere la propria casa o quella di amici e parenti come sede privilegiata per incontrarsi e stappare qualche buona bottiglia. Questa nuova dinamica dei consumi, entrerà nel dibattito, come tante altre tendenze ed analisi del mondo del vino, a Vinitaly (a Verona, dal 2 al 6 aprile), la più importante fiera del settore, non sembra comunque evidenziare un massiccio ricorso all’acquisto in enoteca, che, come le altre attività commerciali, non può considerarsi fuori dalla crisi, quanto piuttosto un deciso utilizzo delle bottiglie provenienti da quella piccola riserva di etichette che ogni eno-appassionato ha diligentemente messo da parte nel corso degli anni nella propria cantina personale. Le cause di questa tendenza sono molteplici: non soltanto la contrazione del budget destinato alle spese voluttuarie, ma anche una modifica della sfera più intima dell’atteggiamento al consumo, che questa crisi così profonda sta decisamente trasformando e probabilmente fisserà in nuovi paradigmi.

Le difficoltà della società contemporanea, le inquietudini economiche mondiali e lo stress da lavoro sono alcune delle sollecitazioni che invitano gli eno-appassionati italiani a riscoprire la dimensione privata e a “chiudersi” in casa. Si tratta di quello che gli esperti anglosassoni di nuove tendenze sociali chiamano effetto nesting o cocooning, ovvero la necessità di recuperare valori “caldi” e rassicuranti come, per esempio, sicurezza, affidabilità, armonia, il cui regno metaforico è, per l’appunto, il nido (nest) o il bozzolo dei bruchi da seta (cocoon). Ecco, quindi, un aumento esponenziale del bisogno di protezione dalle imprevedibili dinamiche del mondo esterno, di ricerca di fiducia e benessere, con conseguente desiderio di casa, di privacy e delle atmosfere rarefatte proprie del nido familiare. Un calice di buon vino, piacevolmente condiviso con amici e parenti, è in grado di ricreare una convivialità autentica, perché compiuta all’interno di una cerchia di persone assolutamente non estranee. Una occasione di assaggiare nobili etichette lontani da clamori inutili, riconducendo quelle bottiglie al loro ruolo più vero: quello di protagoniste assolute del convivio e di oggetto per la pura passione, da amare anche in tempo di crisi.

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