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PIONIERI

Addio a Benito Nonino, il “padre” della grappa italiana, eccellenza made in Italy nel mondo

Con le sue Distillerie ha scritto una delle più belle storie di aziende familiari in Italia. Che oggi continua con Giannola e le figlie ed i nipoti
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Benito e Giannola Nonino, circondati da figlie e nipoti

“I Nonino hanno scoperto che per far bene la grappa bisogna riscaldarla d’amore; hanno capito pure che, distillandole subito, le vinacce fresche danno luogo al prodotto migliore possibile”: parole del grande giornalista Gianni Brera (su “La Repubblica” del 25 maggio 1985) che ci ricordano lo “spirito” di Benito Nonino, “padre” della grappa italiana, scomparso, ieri, all’età di 90 anni, alle Distillerie Nonino, la storica casa-azienda di famiglia a Percoto, in Friuli, dove era nato il 6 febbraio 1934. E dove il 1 dicembre 1973, in una data ormai storica ed alla presenza di Luigi Veronelli, con la moglie Giannola Nonino - “Nostra Signora della grappa” come la chiamava lo stesso Brera - aveva creato la prima Grappa Monovitigno, distillando separatamente le vinacce dell’uva Picolit, e rivoluzionando il mondo di un prodotto che oggi è uno dei simboli del made in Italy nel mondo.
Ma, accanto ai maestri del giornalismo italiano, da Nonino sono passati e continuano a passare in più grandi intellettuali del nostro tempo, da quando nel 1975 Benito e Giannola Nonino inventarono, pionieristicamente, anche il Premio Nonino, per premiare e far ufficialmente riconoscere gli antichi vitigni autoctoni friulani, valorizzare la civiltà contadina e preservare la biodiversità del Friuli Venezia Giulia - e della cui giuria è stato presidente anche Mario Soldati - assegnato oggi alle più importanti personalità in ambito culturale, letterario ed enogastronomico, e riuscito ad anticipare i Premi Nobel per sei volte.
Un’eredità attorno alla rivoluzione della prima grappa monovitigno, che, da “sgnapa” e un prodotto da osteria che nasceva in una piccola azienda di famiglia - la famiglia Nonino si dedica all’Arte della Distillazione fin dal 1897, distillando le vinacce fresche con metodo 100% artigianale e con le grappe invecchiate e Riserva che seguono un invecchiamento naturale in barriques sotto sigillo - è diventata un marchio noto in tutto il mondo, ora continueranno a “custodire” e portare avanti Giannola e le figlie Cristina, Antonella ed Elisabetta Nonino, nate e cresciute in distilleria - dove, ieri, Benito Nonino aveva chiesto di essere portato, ndr - come i nipoti, con l’ultima generazione rappresentata da Francesca Bardelli Nonino. E per le quali, come hanno raccontato una volta, “la grappa è talmente parte della nostra vita che è diventata un membro della famiglia, una quarta sorella”.
Il segreto? Riscoprire e rilanciare prodotti dimenticati e creare nuovi distillati: è così che grazie a Nonino, la miglior distilleria al mondo, “Spirit Brand-Distiller of the Year” nel 2019 per l’autorevole magazine Usa “Wine Enthusiast”, prima volta per l’Italia e per la grappa nel ricevere il più importante premio internazionale nel settore, case history di studio per una delle riviste accademiche più influenti al mondo, la “London School of Economics (Lse) Business Review”, capace da sempre di guardare al futuro ed al passo con i tempi come pochi brand storici riescono a fare, la grappa italiana - la cui evoluzione in versione cocktail, con l’Aperitivo Nonino BotanicalDrink, è considerata l’aperitivo migliore al mondo - ha raggiunto i vertici della critica internazionale e il cuore degli appassionati. Tramettendo al mondo quell’amore descritto da Gianni Brera.

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