“Non vi ho lasciati, avete in eredità le mie ricette che raccontano le mie idee. Copiatele e fatele vivere costruendo attraverso il cibo un mondo migliore”. Poche parole, sobrie e profonde, come del resto era lui. Sono il lascito filosofico di Vittorio Fusari, chef che con la “Dispensa Pani & Vini” da ultimo, aperta nel 2008 (alla presenza di Carlin Petrini, fondatore di Slow Food) in collaborazione con Vittorio Moretti, patron del gruppo Terra Moretti e concretizzazione plastica di un’amicizia solida e storica con la famiglia Moretti e, negli anni con locali come Il Volto, tra gli altri, che ha fatto grande la cucina della Franciacorta e del Lago d’Iseo, che si è spento ieri, a causa di un malore.
Un uomo poco sotto ai riflettori (negli ultimi anni aveva guidato il Pont De Ferr, uno dei locali simbolo di Milano, insieme a Maida Mercuri, e poi avevo preso le redini del Balzer a Bergamo, ndr), ma capace di entrare, con la sua gentilezza e la sua profondità di pensiero, nei cuori di tanti, come testimoniano le centinaia di messaggi pubblicati sulla sua pagina Facebook a poche ore dalla notizia della sua dipartita. Un uomo di cucina e di cultura che abbiamo incontrato spesso, e ogni volta con grande piacere, capace di regalare emozioni nel piatto, e tanti spunti di riflessione.
Uno chef-filosofo, passato anche per “la scuola” del grande Gualtiero Marchesi, e innamorato del suo territorio e di quel Lago di Iseo che, per lui, era la “culla” della Franciacorta, “generata e tenuta in vita dal lago”, non solo dal punto di vista micro-climatico, pensando alla vigna, ma culturale, spiegava Fusari in un’intervista al direttore di WineNews Alessandro Regoli, perchè “i paesaggi sono fatti dalla natura e dagli uomini che ci vivono, e qui l’interazione tra gli uomini del lago e gli uomini della Franciacorta, tra i contadini ed i pescatori, è sempre stata fondamentale. E poi, non c’è vino senza cibo”, sosteneva Fusari, per cui la cucina era molto di più che un mestiere.
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