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ADDIO ICI SUI FABBRICATI RURALI, DOPO L’OK DEL SENATO AL MAXI-EMENDAMENTO AL DECRETO MILLEPROROGHE. SODDISFATTE CIA, COLDIRETTI E CONFAGRICOLTURA, SECONDO CUI “SI PONE FINE A UNA PALESE INIQUITA’”. CITTA’ DEL VINO: “RESTA PROBLEMA FISCALITA’ COMUNI”

Niente Ici sui fabbricati rurali, niente imposta comunale sulle unità immobiliari per le quali ricorrono i requisiti di ruralità previsti dall’articolo 9 del decreto legislativo 557/93. Di fronte allo scenario che emerge in seguito all’approvazione del maxi-emendamento del Governo al Decreto legge milleproroghe (dl 207/2008), già approvato in Commissione Affari Costituzionali del Senato, e ora confermato dal Senato, Confagricoltura, che ha fortemente sorretto l’emendamento, esprime grande soddisfazione perché “si sta risolvendo secondo corretti canoni interpretativi, una vicenda che era stata caratterizzata da aspetti di palese iniquità”.

“Finalmente una notizia positiva per l’agricoltura” sottolinea la Cia-Confederazione Italiana Agricoltori e secondo la Coldiretti “la norma risolve una situazione che si stava rivelando fortemente penalizzante per gli imprenditori, in quanto si tratta di fabbricati strumentali all’esercizio dell’attività agricola”. “Parziale soddisfazione” invece da parte delle Città del Vino, in quanto “il Governo ha accolto le esigenze di una sola parte. Il problema di una nuova disciplina della fiscalità rurale resta, e solo con un federalismo fiscale serio si potranno mettere a fuoco questi problemi e risolverli”.

“Ora la parola passa alla Camera - sottolinea la Cia - ed è auspicabile che anche in questa sede venga confermato. In questo modo si porrebbe fine ad una delicata e controversa vicenda che potrebbe, se non risolta, avere pesanti conseguenze per gli agricoltori. Infatti, già nelle scorse settimane molti di loro hanno ricevuto da parte dei comuni avvisi di accertamento per richiedere il pagamento dell’Ici sui fabbricati degli ultimi cinque anni”.

La Cia ricorda di aver “sempre sostenuto che si tratta di un’imposizione arbitraria. Una tassa che colpisce in modo ingiustificato ed indiscriminato tutti gli agricoltori possessori di fabbricati rurali che in questi anni hanno provveduto al pagamento dell’Ici sui propri fabbricati mediante la tassazione del valore dei terreni agricoli che ricomprende anche quello dei fabbricati”. Per questa ragione la Cia in queste ultime settimane aveva sollecitato tutti i ministri competenti affinché intervenissero, attraverso un’interpretazione autentica della norma.

Il maxi-emendamento del Governo al Decreto milleproroghe approvato dal Senato e che ora dovrà passare il vaglio della Camera dei Deputati per la sua definitiva conversione in legge entro il 1° marzo 2009, abolisce definitivamente l’Ici sui fabbricati rurali, ma prevede da parte del Governo la compensazione di questo mancato introito ai comuni, che potranno comunque tener conto delle somme che avrebbero incassato nei propri bilanci e spenderle.

“Viene di fatto riconosciuta la compensazione con maggiori trasferimenti da parte dello Stato - prosegue Valentini - ma non si risolve il problema delle necessità dei comuni a maggiore valenza rurale e dell’equità fiscale nei confronti di altre categorie produttive. Per questo chiediamo al Governo di affrontare in maniera seria il tema della fiscalità rurale e alle aziende vitivinicole una maggiore responsabilità nei confronti delle rispettive comunità. Altrimenti i comuni italiani non potranno reggere a lungo, a causa dei percorsi in forte salita che la crisi economica e la recessione sicuramente ci presenteranno nei prossimi mesi”.

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