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Maya: il “Vino dell’Apocalisse”? Dalle uve della città turca di Sirince un affarista turco produce bottiglie in vista della “profezia” ... Il mondo, salvo imprevisti, non finirà il 21 dicembre, ma se siete catastrofici, in vista della profezia Maya, assicuratevi almeno di bere l’etichetta giusta. Il ‘‘Vino dell’Apocalisse’’? E’ quello prodotto da un affarista turco dalle uve dei vigneti di Sirince, un villaggio di 600 abitanti non lontano dal confine con la Grecia e dalla città di Efeso, ritenuto, dagli appassionati del genere, luogo dall’eccezionale energia positiva, capace di salvare dalla catastrofe della fine del mondo chiunque vi si rechi (per la prossima settimana i media locali prevedono l’arrivo di almeno 60.000 persone, un record assoluto per la stagione invernale). O, in mancanza d’altro, chiunque beva il vino frutto di varietà autoctone come Bogazkere, Okuzgozu, Emir e Narince. Ma non solo. Perché gli “enonauti” che hanno risposto al sondaggio di www.winenews.it, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, per l’ultimo brindisi non hanno davvero dubbi: a dominare la loro Top 10 “eno-apocalittica” dei vini della fine del mondo e’, al primo posto, il Barolo Monfortino 1964 di Giacomo Conterno, seguito dal Sassicaia 1985 della Tenuta San Guido e dal Brunello di Montalcino Riserva 1955 di Biondi Santi, e da bottiglie “da urlo” come Giulio Ferrari Riserva del Fondatore 1989 delle Cantine Ferrari, Amarone Classico 1990 di Allegrini ed Amarone Classico 1971 di Quintarelli, passando per il Franciacorta Vittorio Moretti Riserva 2001 di Bellavista, il Masseto 2001 della Tenuta dell’Ornellaia, il Solaia 1988 della Marchesi Antinori fino al Sagrantino di Montefalco “25 Anni” 1995 firmato Caprai.

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