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Vino: Winenews, all’estero italiani bevono vino locali e birra ... Chi si e’ recato all’estero ha scelto i vini locali nei Paesi di grande tradizione enologica, gli altri hanno rinunciato al nettare di Bacco in favore della birra o addirittura dell’acqua. Pochi i temerari che hanno assaggiato il “vino alla banana” del Vietnam o lo Chardonnay thailandese Gli eno-appassionati italiani confermano anche in estate il proprio amore per il Belpaese e per i suoi infiniti vitigni autoctoni: il 78% degli amanti del buon bere ha scelto quest’anno di trascorrere le vacanze in Italia, e, tra questi, l’82% ha messo in tavola esclusivamente etichette locali, a fronte di un 18% che invece ha optato sempre ed ovunque per gli evergreen nazionali, ovvero le grandi denominazioni e le griffe più celebri. Per quelli che si sono recati all’estero (22%), l’imperativo e’ stato di concedersi vino solo nei Paesi di lunga e consolidata tradizione enologica: altrimenti, meglio bere birra o addirittura acqua pur di evitare i vini del luogo, considerati alla stregua di curiosità folkloristiche da assaggiare e subito dimenticare, come il vino di banane del Vietnam o lo Chardonnay thailandese. Sono i risultati del sondaggio di www.winenews.it, uno dei siti più cliccati dagli amanti del buon bere, e Vinitaly (www.vinitaly.it), l’evento di riferimento dell’enologia internazionale, che indaga sulle località turistiche scelte dagli eno-appassionati e sui vini-simbolo delle loro vacanze. Fedeli al motto “Regione che vai, vino che trovi”, l’82% degli amanti del buon bere in vacanza ha bevuto Gewurtztraminer e Lagrein in Alto Adige, Marzemino e Teroldego in Trentino, Vermentino e Pigato in Liguria. In Puglia la scelta e’ caduta su Negroamaro e Primitivo di Manduria, in Toscana su Brunello di Montalcino, Nobile di Montepulciano, Chianti Classico, Morellino di Scansano e Bolgheri. In Abruzzo assaggio obbligato per il Montepulciano, nelle Marche per Verdicchio e Lacrima di Morro d’Alba, in Sardegna per Vermentino e Cannonau. In Campania ci si è affidati a Falanghina, Fiano e Taurasi. In Sicilia i ’campioni’ locali sono stati Nero d’Avola, Grillo e Inzolia, senza dimenticare gli inarrivabili vini da meditazione della regione, dal Passito di Pantelleria al Moscato di Noto. Il motivo principale per cui gli enonauti hanno scelto di bere vini del luogo è, naturalmente, per la possibilità di scoprire o riscoprire l’enorme varietà ampelografica offerta dal Belpaese, con i suoi mille e più vitigni, molti dei quali poco conosciuti e quasi impossibili da trovare al di fuori dal territorio di origine.

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