“Il vino è ancora una tradizione di autorità dall’alto: manca, ad esempio, nel mondo del vino, un metodo di filtraggio collaborativo delle informazioni, della qualità, del gusto. Il sito di Parker, ad esempio, invece di essere una cosa dove Parker dice quello che pensa e gli altri devono adattarsi, potrebbe essere un sito che aggrega i giudizi espressi da tanta gente”: sono queste le parole della filosofa Gloria Origgi, ricercatrice al Centre Nationale de la Recherche Scientifique di Parigi intervistata da WineNews.tv.
“Immagino che in un mercato globale come quello del vino - continua la professoressa Origgi - che usa tecnologie globali anche di comunicazione ci sarà una vera evoluzione, adesso facciamo una gran fatica ad articolare gli aspetti globali, gli aspetti tradizionali e quelli di autorità locali di questo mercato e di questa cultura ma mi sembra di veder arrivare un modo veramente nuovo che usi ad esempio il filtraggio collaborativo delle conoscenze, che usi le tecniche globali di comunicazione anche nel mercato del vino, che è un mercato di espressione delle preferenze e che sarebbe quindi perfettamente adattato all’aggregazione delle preferenze reso possibile oggi dalle nuove tecnologie”.
Ci sarà, dunque, nel mondo del vino una comunicazione sempre più multi-direzionale attraverso la tecnologia principe del web poiché “il mercato del vino è un mercato di espressione di giudizi di valore legati ad un’esperienza individuale che è quella del bevitore davanti al suo bicchiere. Quindi questo non può essere un mercato solo di trend e di marchio come può essere il marketing di una borsetta o dei vestiti, qui c’è sempre un’esperienza finale individuale, per questo credo che tutte le tecnologie di comunicazione che permettano l’espressione individuale potrebbero funzionare”.
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