Il 2023 è stato un anno difficile per le imprese del settore distillatorio. E con una vendemmia tra le più scarse degli ultimi 76 anni e l’aumento dell’incidenza dei costi fissi, anche il 2024 si prospetta un anno complesso per il comparto. Ma, a questo, si aggiunge anche la minaccia del Pakistan, Paese Extra Ue, che beneficia di un regime commerciale preferenziale esente dai dazi alle importazioni di etanolo nel mercato Ue: nonostante una leggera flessione nel 2023 sul 2022, l’aumento dei volumi della sua importazione dal Paese asiatico in Italia è stato, infatti, del 160% sul 2021 con un danno complessivo stimato per le aziende di bandiera che nel 2023 ammonta ad oltre 30 milioni di euro. È l’allarme lanciato da AssoDistil (Associazione Nazionale Industriali Distillatori di Alcoli e acquaviti) in occasione dell’Assemblea Annuale n. 78, di scena, nei giorni scorsi, a Roma. Eppure, nonostante questo complesso scenario, nel 2023 la produzione italiana di alcoli e acquaviti si è attestata a 104,6 milioni di litri con un complessivo rialzo dei volumi dell’1,5% sul 2022. Altro destino invece è quello della grappa con Indicazione geografica che, dopo il biennio di crescita 2021-2022, registra un calo del 3,3% in volumi, pari ad 8 milioni di litri, dovuto al peso dell’inflazione che pesa sulle tasche delle famiglie italiane. I dati presentati da Nomisma, indicano, infatti, per il distillato di bandiera cali di vendite del 6,9% a volume nel retail e nell’e-commerce (-8,5%) controbilanciati da un modesto aumento del canale cash & carry, il format distributivo nel quale si riforniscono ristoranti e bar, e da una forte ripresa dei consumi nell’Horeca, che nei primi tre mesi 2024 registra un +6% sullo stesso periodo 2023. Qualche preoccupazione, però, è riservata ai mercati esteri che vedono il rallentare le vendite nei Paesi di maggior consumo come, ad esempio, la Germania (che assorbe il 54% delle esportazioni), mentre segnali incoraggianti si registrano invece in Repubblica Ceca, Spagna e Paesi Bassi.
Secondo un’indagine condotta da Format Research, le imprese attive nel settore distillatorio mostrano una fiducia in leggero calo sul semestre precedente relativamente all’andamento della propria attività. Tendenza dovuta anche al rincaro delle materie prime, per il quale, il 52% delle aziende distillatorie ha registrato in generale un aumento dei costi, di cui il 25% ha subito rincari superiori al 20%. Un sentiment negativo dovuto anche ad una maggiore chiusura da parte degli istituti di credito rispetto alla possibilità di finanziamento. Nei primi 6 mesi 2024 solo il 27% delle aziende è riuscito a farne richiesta (domanda, poi, accolta per intero soltanto per il 61% di loro). Un quadro a tinte grigie, ma che non scoraggia le aziende che nel prossimo futuro programmano investimenti (30%) e per il 38% delle quali è prioritaria la sostenibilità, seguita da digitalizzazione dei processi (24%) e digital marketing (24%).
“Siamo in attesa di un pronto intervento di Bruxelles che ripristini immediatamente i dazi per l’importazione dell’etanolo nell’Unione Europea - spiega Antonio Emaldi, presidente AssoDistil - indispensabili per ristabilire la competitività dei produttori europei nei confronti di un Paese in cui non vengono rispettate le regole sul lavoro, sull’ambiente e sul sociale”. L’associazione, in collaborazione con molti altri produttori Ue e tramite le associazioni rappresentative unionali ha, infatti, recentemente presentato alla Commissione Europea un dossier che dimostra l’urgente necessità di attivare clausole di salvaguardia esistenti nel Regolamento Gsp per frenare i fenomeni di abuso di condizioni favorevoli, come nel caso pakistano.
Per quanto riguarda la grappa, infine, “ci auguriamo che il recente riconoscimento dei Consorzi per le bevande spiritose possa essere un ulteriore strumento per valorizzare la nostra acquavite di bandiera sui mercati internazionali e aiutare così una ripresa dei volumi esportati e una crescita dei valori - ha detto Cesare Mazzetti, presidente Comitato acquaviti e liquori AssoDistil - occorre sostenere le nostre imprese che spesso, anche a causa di difficoltà legate agli aspetti burocratici e normativi, hanno difficoltà nel raggiungere nuovi mercati”.
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