I Disturbi del comportamento alimentare (Dca) sono un fenomeno sociale drammaticamente diffuso, ma di cui ancora poco si parla e spesso non nella modalità appropriata: dietro a queste patologie si cela infatti una richiesta di aiuto nascosta, un grido silenzioso spesso ignorato, che richiede attenzione immediata e interventi efficaci. Per questo nasce la campagna di sensibilizzazione “Non è il cibo il mio disturbo alimentare” - pensata e diretta da Ambra Angiolini e sua figlia Jolanda Renga, con la collaborazione di Animenta, realizzata con il contributo di Danone Italia con il proprio brand Nutricia Fortini - volta a creare una nuova narrazione sui Dca. La campagna si propone di sensibilizzare le persone sul fatto che i Disturbi del comportamento alimentare non si trovano né si curano a tavola, poiché non sono semplicemente una questione legata al cibo. L’obiettivo è rimettere al centro ciò che una persona che ne è affetta vive emotivamente.
Il progetto “Laboratori dell’Anima”, ideato e realizzato da Ambra Angiolini, attrice e conduttrice televisiva, e Aurora Caporossi, presidente e founder di Animenta, ha coinvolto circa 150 ragazze e ragazzi, che hanno potuto immergersi in un ambiente sicuro, protetto e stimolante, dove esprimere liberamente le proprie emozioni e trovare sostegno tra pari, migliorare l’autostima e sviluppare un senso di autoconsapevolezza, coinvolgendo non solo il corpo ma anche l’anima, da cui poi è nata la campagna di sensibilizzazione “Non è il cibo il mio disturbo alimentare”. “Abbiamo fatto in modo che la protagonista, Beatrice Fiorentini, apparecchiasse una tavola alla quale, alla fine dello spot, saranno tutti invitati a sedersi. Una tavola imbandita con sentimenti svalutanti, di disistima per sé stessi e paura di non trovare il proprio posto in una vita che sembra avere sempre dimensioni sbagliate. La narrativa della campagna mira a restituire un’immagine dignitosa e rispettosa di tutte quelle ragazze, quei ragazzi, adulti e famiglie che affrontano un disturbo alimentare. Si mette da parte l’estetismo della malattia che ha caratterizzato per anni molte campagne, per fare spazio ad una rappresentazione autentica e profonda, ad una narrazione che speriamo cambi la comunicazione dei Disturbi del comportamento alimentare”, spiega Ambra Angiolini.
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