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ANCHE IN ITALIA NASCE L’INTERESSE PER IL RIESLING. È LA “PFALZ” (PALATINATO) LA ZONA DI PRODUZIONE DI RIESLING PIÙ VASTA AL MONDO, CON I SUOI 14.250 ETTARI COLTIVATI CON IL VITIGNO TEDESCO PER ECCELLENZA

Anche in Italia l’interesse verso il Riesling vitigno per eccellenza della Germania è decisamente molto vivo, specie fra il pubblico degli appassionati che, nelle giornate dal 3 al 9 maggio ha potuto e potrà conoscere o approfondire la propria percezione del vitigno tedesco al Goethe-Institut di Roma, attraverso i pareri di giornalisti di settore come Steffen Maus e Dario Cappelloni (Gambero Rosso) e, soprattutto, con l’aiuto delle preziose indicazioni del professor Ulrich Fischer, Direttore del Centro Rurale per l’Enologia e la Viticoltura del Palatinato.

Il 60% della coltivazione mondiale del Riesling, il vitigno simbolo dell’enologia teutonica (34.000 ettari in totale), cresce proprio in Germania (22.434 ettari) e la zona più estesa dove viene allevato questo nobile vitigno si trova nella Renania Palatinato (14.250 ettari), zona meglio conosciuta tra gli appassionati con il nome di Rheinland-Pfalz.

Proprio la “Pfalz” è il maggior produttore di Riesling, potendo contare su 5.458 ettari coltivati a Riesling, seguita dalla vicina regione della Mosella con 5.390, altrettanto ben conosciuta dal pubblico degli appassionati. Zone i cui terreni e microclimi variano moltissimo e influenzano profondamente il comportamento di questo vitigno di antica coltivazione, capace di produrre vini di strepitosa varietà e, al medesimo tempo, dalle caratteristiche organolettiche estremamente riconoscibili.

La regione più conosciuta al mondo per la produzione del Riesling è senza dubbio quella posta sull’anfiteatro naturale della Mosella, definita “la regione dei vignaioli senza paura dell’altezza” per i vigneti piantati su colline dai dislivelli davvero estremi, anche con pendenze che arrivano al 60% e che richiedono l’uso di funi di sicurezza per i viticoltori. I Riesling della Mosella sono definiti da tre principali caratteristiche: un’acidità elevata, dovuta all’ardesia che caratterizza i terreni, una struttura compatta, e zuccheri residui in proporzione al tenore acidico.

Ed in effetti, con l’aiuto di un buon bagaglio d’esperienza, è possibile distinguere un Riesling dell’area vinicola del Forster Pechstein nel Palatinato, cresciuto su terreno basaltico, da uno dell’area del Kaseler Nieschen nella Mosella, cresciuto su terreno a forte presenza di ardesia, oppure da uno coltivato nel Sieferheimer Hoellenberg in Rheinhessen. Lo spettro aromatico caratteristico del Riesling, infatti, deve molto alla componente rocciosa d’origine del terreno. Se all’origine vi è il basalto, per esempio, predomina l’aroma di limone-pompelmo con acidità rotonda, minerale, fumosa. Se invece si ha a che fare con una pietra calcarea, gli aromi sono quelli di mango, pesca, miele-caramello, con acidità rotonda.

In Italia arrivano circa un milione di bottiglie di vino tedesco all’anno, distribuite tra le varie zone di produzione: Mosel, Pfalz, Rheinhessen, Mittelrhein, Nahe, e nelle sue tipologie principali che spaziano dai vini secchi ai vini dolci, dai Kabinett (alla base della piramide qualitativa definita dal disciplinare di produzione) ai grand cru, con prezzi che in media vanno dai 5 ai 40 euro.

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