Confessiamo che assaggiare questo Rosè di Andrè Beaufort, Récoltant Manipulant di Ambonnay, è stata un’esperienza molto interessante e soprattutto bella. Una sorta di tuffo nel passato, quando lo Champagne stava diventando un vino mitico ed esclusivo, servito nelle classiche coppe che compaiono nella iconografia della Belle Epoque o nelle opere di Toulouse Lautrec. Uno Champagne leggermente diverso da quello che siamo abituati ad assaggiare oggi, soprattutto per quella dolcezza che c’era e che non c’è più. O almeno che non è più così vistosa. Proprio il suo essere doux, infatti, caratterizza la degustazione di questo vino e ne fa una sorta di traghettatore nella modernità della classica tradizione champenois. Il colore ramato introduce profumi accattivanti e rari di fiori e agrumi, uniti indissolubilmente a nuance minerali, carburiche e ferrose, non senza accenni di sandalo e incenso. In bocca lo zucchero dona incredibile armonia, anche grazie all’acidità magistrale che regala profondità assoluta e grande articolazione aromatica.
Copyright © 2000/2025
Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit
Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2025