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ANDREA SARTORI (UNIONE ITALIANA VINI): “NUOVE STRATEGIE DI MARKETING. LE AZIENDE DEVONO MIGLIORARE IL RAPPORTO QUALITÀ/PREZZO E INVESTIRE NEL COMMERCIALE. NON ABBASSARE LA QUALITA’ (PRODOTTO E IMMAGINE) RAGGIUNTA IN QUESTI ANNI DAL NOSTRO PAESE”

Italia
Andrea Sartori, presidente Unione Italiana Vini

“Le prospettive future del mondo del vino? Una volta usciti dalla crisi, non è affatto detto che si ritorni ai “valori” precedenti. E’ in atto un cambiamento degli stili di vita, all’insegna di una sobrietà e di un risparmio intesi come virtuosi anche dal punto di vista etico e sociale. In America va di moda uno slogan che dice: “frugality is a hip”, la frugalità va di moda. Si vuol far passare il concetto che oggi spendere di meno sia non solo obbligato ma virtuoso. Una volta passata la crisi, e ritornati su livelli economici migliori, è probabile che si continui a perseguire il risparmio. Applicando la formula al mondo del vino, quindi, vi sarà uno schiacciamento verso i primi prezzi, ma sicuramente l’abbassamento di uno scalino che è destinato a rimanere nel tempo. Di questo bisogna assolutamente prendere atto e adeguare di conseguenza le strategie di marketing. Questo è uno dei pochi punti positivi della crisi: le opportunità per chi lavora bene ci possono essere, ma a patto che le aziende migliorino il loro rapporto qualità/prezzo e destinino investimenti mirati nel comparto commerciale, allo scopo di migliorare le professionalità presenti in azienda. E’ oggi il momento di investire fortemente in riqualificazione, anche manageriale e imprenditoriale. Lo ha detto il presidente dell’Unione Italiana Vini (Uiv) Andrea Sartori , oggi a Roma, nell’assemblea generale dell’importante organizzazione delle più grandi imprese del vino d’Italia.

Focus - Come sta andando … in Italia e all’estero
Il mercato italiano
“Per il mondo del vino, in particolare, nei primi mesi 2009, sta reggendo il consumo di prodotti premium; sono stati penalizzati i vini di primo prezzo e quelli di fascia alta. In sofferenza anche la spumantistica. A livello generale, il mercato sta tenendo abbastanza bene, o quanto meno non sta perdendo. E’ in atto, e si sta consolidando, sempre più quello spostamento dal fuori casa alla gdo, per cui la gente, a parità di consumo, acquista sempre di più prodotti da bere a casa e va meno al ristorante. Una tendenza che gli indicatori congiunturali segnalano in fortissimo aumento, non solo lungo il protrarsi della crisi economica, ma che si andrà consolidando anche nei prossimi anni. Per quanto riguarda il mercato all’origine, generalmente parlando, è un momento positivo per il consumatore: non si intravedono aumenti all’orizzonte, e anche se la vendemmia risulterà nella norma, dovremmo registrare prezzi stabili sia per quest’anno, sia per il prossimo, con una tendenza a grande stabilità. Questo naturalmente fotografa la situazione pre-entrata in vigore del regolamento etichettatura: sono ad oggi sconosciuti gli effetti che avranno le applicazioni dell’Ocm da agosto, soprattutto se molti produttori sceglieranno di aderire alla formula dei vini da tavola varietali. Dal punto di vista dei prezzi questo potrebbe davvero cambiare le cose drammaticamente, con rese per ettaro enormi che andrebbero a deprimere i valori di filiera. Esempi pratici? Ci sono grossi interrogativi sul Prosecco Doc, da valutare le modifiche ai disciplinari approvate in Comitato Nazionale Vini, la questione dei vini rosati. Tutte queste incognite, se dovessero portare ad un ulteriore livellamento verso il basso dei prezzi all’origine, comporterebbero sì condizioni di estremo favore per il consumatore, ma rappresenterebbero un colpo pesante per la parte produttiva della filiera, i cui realizzi andrebbero sotto i livelli di sopravvivenza”.
Il mercato mondiale
“In base alle valutazioni degli analisti, assisteremo giocoforza ad un’ulteriore restrizione dei mercati. Per il Regno Unito, che ha sentito la crisi per primo e in maniera più virulenta e che a questa assomma il problema del cambio sterlina/euro, le cose non dovrebbero migliorare nel corso dell’anno, per cui le stime più realistiche parlano di un -20% in termini di consumi generali. Il resto dell’Europa, eccezion fatta per la Russia, che è entrata in una crisi molto profonda, sembra, invece, performare in maniera più normale, con la Germania che dà segnali di cauto ottimismo. A livello continentale si prevedono dei cali, ma tutto sommato recuperabili non appena la situazione generale dell’economia andrà migliorando. Di tutt’altro tenore, la situazione in America, un mercato in profonda revisione. Oltre alla crisi e al problema del cambio, si assiste ormai da un anno ad uno spostamento pesante dei consumi sull’off trade, che potrebbe arrivare a sfiorare l’80% di quota di mercato, con un’ulteriore penalizzazione del segmento ristorazione, settore vitale per il nostro vino. Data la partenza d’anno, che ha visto forti diminuzioni a valori, in America si può ipotizzare un calo, a fine 2009, del 20%. Date queste premesse, le previsioni dell’Unione Italiana Vini non sono particolarmente positive a livello globale: incrociando i dati provenienti dai vari mercati e le previsioni di un acutizzarsi della crisi economica in autunno, periodo fondamentale per le spedizioni in vista del fine anno, si ipotizza un calo del nostro export del 10% o forse più (considerato anche che sono già in atto delisting importanti). Purtroppo, sui mercati strategici come Germania, Uk e Usa, la distribuzione organizzata la fa da padrona, brandendo come unica arma quella del prezzo: assistiamo a pesanti svendite da parte degli australiani, degli spagnoli, ma anche dei cileni e degli argentini. Questa competitività esasperata sta schiacciando verso il basso tutto il lavoro fatto dal settore negli ultimi 20 anni per alzare il livello di sostenibilità della filiera, avendo come effetto non secondario quello di dover rinunciare, causa mancato introito, a budget di comunicazione che sono sempre più necessari, invece, per distinguere le produzioni da quelle dei concorrenti.
Le azioni - L’Unione Italiana Vini sta investendo in …
Per affrontare le nuove sfide dei mercati internazionali, l’Unione Italiana Vini ha elaborato strategie e progetti a servizio dell’espansione commerciale sui nuovi mercati e di un’internazionalizzazione delle imprese delle cui istanze si è fatta portatrice. In particolare sono tre le iniziative portate avanti sono i focus group (Cina, Russia e India), il progetto “The Next Quality Experience” ed il progetto “Uiv-Ivsi” 2008-2011 (formazione/promozione del vino e dei salumi europei in Italia e Scandinavia).
Il programma “Wine in Moderation”, fortemente voluto da tutto il settore vitivinicolo europeo, opera per promuovere un consumo responsabile delle bevande alcoliche, al fine di prevenire e ridurre l’abuso di alcol e i danni correlati. L’obiettivo è quello di educare i giovani e gli adulti, da un punto di vista culturale e sociale, al consumo responsabile in collaborazione con le autorità competenti e tutte le altre istituzioni/organizzazioni interessate. Le azioni del programma intendono preservare il vino come un prodotto culturale, sociale ed economico della società europea. Il programma si attua attraverso macro-azioni, la comunicazione divulgativa, la comunicazione scientifica e l’informazione/formazione:
- la diffusione del messaggio, per tutte le fasce di età, di consumo “moderato” usando strumenti di comunicazione mirati, quali opuscoli, brochure e presentazioni, sito web; - il “Wine Information Council”, che in modo proattivo esalti le best pratices in tutta l’Unione europea e stimoli ulteriori attività di ricerca, indipendente, sugli aspetti scientifici più problematici, (banche dati condivise, newsletter ...);
- l’insieme dei programmi di educazione “Art de vivre” rivolte ai consumatori, per diffondere il concetto della moderazione nel bere;
- la promozione di specifici standard per le campagne di comunicazione e promozione del vino, basate su codici di autoregolamentazione a livello nazionale; in Italia sono già diverse le iniziative partite sotto l’egida di “Wine in Moderation” (Vino & Giovani - Enoteca Italiana di Siena).
L’Unione Italiana Vini sta attuando anche un programma di educazione e informazione al consumo corretto; un impegno che si traduce in una logica di sviluppo sostenibile del settore promuovendo i valori del vino nella nostra società.
L’Unione Italiana Vini è determinata e impegnata, in collaborazione con l’Università di Trento, alla stesura di un “Codice Etico” del settore vitivinicolo, che possa aspirare a candidarsi anche come autorevole riferimento per le “linee guida” del comparto agro-alimentare. “Le nostre aziende sono serie, esse hanno già rispetto del consumatore, del mercato, del vino. Noi non siamo miopi e volgendo lo sguardo al futuro - ha spiegato Sartori - riconosciamo l’importanza di contribuire alla sostenibilità della filiera, alla genuinità e salubrità del prodotto, all’informazione ed alla formazione del consumatore”.

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