02-Planeta_manchette_175x100
Consorzio Collio 2024 (175x100)

Anteprima WineNews: “3 stelle” alla vendemmia 2014 del Brunello di Montalcino. Stando ai rumors: è questo il rating che sarà ufficializzato a “Benvenuto Brunello”, di scena da domani a Montalcino con l’annata 2010, una delle più grandi di sempre

Italia
Anteprima WineNews: 3 stelle per la vendemmia 2014 del Brunello di Montalcino, domani a Benvenuto Brunello by Consorzio del Brunello

Sono tre le “stelle” del Brunello di Montalcino, assegnate all’ultima vendemmia, la 2014, annata difficile e complessa per il vino, causa avversità climatiche in primis, un po’ in tutta Italia. Lo rivela, in anteprima WineNews, stando ai rumors sul rating del rosso toscano, aspettando la comunicazione ufficiale, sabato 21 febbraio, a “Benvenuto Brunello” a Montalcino, con la “messa a dimora” della tradizionale piastrella celebrativa. Un anteprima del Brunello, al via da domani al 23 febbraio, molto attesa, con l’annata 2010, una delle più grandi vendemmie di sempre, già celebrata dalla critica internazionale che l’ha assaggiata in anteprima, pronta a svelarsi al grande pubblico, insieme alla Riserva 2009 e Rosso 2013 (www.consorziobrunellodimontalcino.it).
Entusiasmo altissimo, già da settimane, su ogni fronte: chi ha già avuto modo di “conoscere” il 2010, come le più grandi firme della critica enologica internazionale, l’ha subito incoronato come uno dei più grandi Brunello di sempre. Per Kerin O’ Keefe, italian editor del celebre magazine Usa “Wine Enthusiast”, è semplicemente “un’ottima annata, tra le più attese di sempre, che riscatta una 2009 in alcuni casi deludente”. Entusiasta anche Walter Speller, voce e firma dell’autorevole Jancisrobinson.com, il primo ad arrivare a Montalcino per degustare i nuovi nati in casa Brunello: “avevo già l’impressione che fosse un’annata interessante e, dopo 140 assaggi ho la conferma che si tratta davvero di una grande vendemmia”. Elogi anche da Monica Larner, corrispondente in Italia per “The Wine Advocate” che, attraverso i social, definisce la 2010 “un’annata superba per testare il vero potenziale di invecchiamento del Sangiovese”. Ma non c’è solo la critica ad esaltare l’annata 2010 del Brunello, anche il mercato, nell’anteprima americana di “Benvenuto Brunello”, andata in scena il mese scorso a New York e San Francisco, ha risposto presente, con eventi, degustazioni e cene sempre sold out.
Come da tradizione, “Benvenuto Brunello” non è solo nel bicchiere, ma anche nell’attesa “piastrella” che, come ogni anno, svela il giudizio sull’ultima vendemmia, tra le più difficili che si ricordino, cui verranno assegnate, secondo i rumors raccolti da WineNews, “3 stelle”. Un giudizio, però, che va capito ed analizzato: non si tratta di una bocciatura, ma della consapevolezza che le condizioni sono state a dir poco proibitive, dopo un’estate straordinariamente piovosa, che non ostacolerà, comunque, il raggiungimento di importanti picchi qualitativi, specie nelle zone più vocate e nelle aziende in cui il sapere tecnologico è a livelli più avanzati. “L’annata è sicuramente difficile a livello climatico - spiega, a WineNews, l’enologo Paolo Vagaggini - ma i produttori che sono stati in grado di attrezzarsi, preservando la sanità delle uve, selezionandole in maniera accurata e ricorrendo a tecniche enologiche come il salasso, importantissimo in annate eccezionalmente piovose, che danno uve gonfie d’acqua, e vinificazioni mirate, riusciranno a fare prodotti molto interessanti. Magari non ovunque, e non adatti a lunghi invecchiamenti, ma si tratterà comunque di vini di grande morbidezza e fragranza”.
Torna così sulla ribalta il grande tema della mappatura, o della zonazione, di cui anche a Montalcino, come in altri grandi territori del vino italiano, si parla da anni. Non tanto per sottolineare le diversità qualitative, che spesso e volentieri dipendono dal naso e dal palato di ciascuno, quanto per identificare e far emergere le diversità, in primis di suolo ed esposizione. Starà poi ad ogni produttore trarre il meglio dalla propria terra, o decidere di non farlo, come ha fatto Jacopo Biondi Santi, alla guida della cantina dove, nell’Ottocento, è nato il Brunello, e che ha rinunciato sia all’annata che alla Riserva del Brunello di Montalcino Biondi Santi Tenuta Greppo della vendemmia 2014, perché, come ha raccontato proprio a WineNews, “quando un’annata climaticamente va male, noi il Brunello non lo facciamo. E, quindi, tutte le uve che avevamo selezionato per produrre Brunello di Montalcino verranno usate per produrre il Rosso di Montalcino”.
Info: www.consorziobrunellodimontalcino.it

Copyright © 2000/2024


Contatti: info@winenews.it
Seguici anche su Twitter: @WineNewsIt
Seguici anche su Facebook: @winenewsit


Questo articolo è tratto dall'archivio di WineNews - Tutti i diritti riservati - Copyright © 2000/2024

Altri articoli