Chi meglio dei francesi, maestri nel fare vini dovunque, potrebbe riuscire a realizzare un grande vino anche in una zona remota della Cina? Ai piedi dell’Himalaya, Moët Hennessy (protagonista della galassia del lusso Lvmh) ha creato la cantina vicino a Shangri-Là, “piazzando” nell’alta Valle del Mekong tra i 2.200 e i 2.600 metri sul livello del mare i propri vigneti, 28 ettari, piantati nel 2008 a Cabernet Sauvignon, Franc, Syrah, Merlot e Petit Verdot. A condurre questa esperienza enoica, a dir poco particolare, l’enologo Maxence Dulou, bordolese doc, che utilizza tecniche ad hoc per produrre vini di alto livello, è proprio il caso di dirlo, in questo terroir estremo: come, per esempio, una fermentazione malolattica della durata di 3 mesi in botti e vasi di argilla, per compensare la mancanza di ossigeno in altura, a cui segue un affinamento effettuato per 14 mesi sia in legno nuovo che di secondo passaggio. Il risultato di Ao Yun nel 2016, è un blend a base di Cabernet Sauvignon, Cabernet Franc, Syrah e Petit Verdot. Al naso ci sono aromi affumicati e balsamici, legno di cedro, frutta gialla esotica che si mescola ai frutti rossi, ribes nero e mirtilli. Al palato, trionfano tannini morbidi e densi, per una progressione continua e compatta, dal lungo finale sapido. Di certo un rosso che fa “volare sopra le nuvole”, come indica il significato del suo nome, e che fa decisamente viaggiare con la fantasia.
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