Nel 2024, il settore agricolo italiano ha registrato un incremento significativo nel numero di lavoratori stagionali, con un aumento delle giornate lavorative. Tuttavia, è emersa anche una crescita del numero di lavoratori “vulnerabili”, coloro che sono impiegati nelle campagne per un numero limitato di giorni. Sono i dati diffusi da Flai Cgil nazionale e Fondazione Metes, che si basano sugli Elenchi anagrafici dei lavoratori agricoli forniti dall’Inps. Nello specifico, lo scorso anno, gli operai a tempo determinato in agricoltura sono aumentati di 20.307 unità, per un totale di 898.515 stagionali impiegati nel 2024, un incremento pari al +2,3% sul 2023, mentre le giornate lavorative sono state 1.578.556 in più, registrando un +1,8%.
Tuttavia, dopo diversi anni di crescita, si osserva una diminuzione della media delle giornate lavorative pro capite, che è scesa da 99,2 ore nel 2023 a 98,7 ore nel 2024. Questo cambiamento, secondo Flai Cgil, è preoccupante, poiché indica che un numero crescente di lavoratori sta operando per meno di 51 giorni all’anno, soglia minima per accedere alla disoccupazione agricola. Nel 2024, questa categoria è aumentata del +1,5%, rappresentando un segnale di vulnerabilità nel mercato del lavoro agricolo.
Flai Cgil ha commentato questi dati sottolineando che l’inversione di tendenza nell’occupazione agricola potrebbe essere un segnale positivo, frutto della ripresa dell’economia agricola italiana, come indicato dall’Istat. Dopo un triennio di difficoltà, il 2024 ha segnato il primo anno con dati positivi nel volume della produzione agricola. Tuttavia, l’organizzazione ha anche evidenziato come il boom delle ispezioni, aumentato del +108% sul 2023, abbia avuto un ruolo determinante in queste tendenze. “L’intensificazione dell’attività dell’Ispettorato del lavoro, sollecitata da più parti, potrebbe aver contribuito a migliorare le condizioni di lavoro e a stabilizzare la situazione occupazionale”, afferma Flai Cgil. Dai dati sulle ispezioni, inoltre, emerge un aumento preoccupante del tasso di irregolarità pari al 68,4% (+9,2% sul 2023). In altre parole, nel 2024 oltre due aziende su tre tra quelle ispezionate hanno manifestato irregolarità.
Da segnalare, infine, l’incremento del numero dei lavoratori e delle giornate lavorate registrati in Veneto (+13,3%) e nella provincia di Latina (+15,3). “Si tratta di territori dove siamo impegnati con le attività di sindacato di strada - ricorda Flai Cgil - dove le Brigate del lavoro composte da sindacalisti e attivisti hanno battuto le zone agricole palmo a palmo per incontrare lavoratrici e lavoratori e monitorare le condizioni in cui operano. Questi dati ci spronano a continuare su questa strada e ci confermano l’efficacia di questo modello di lavoro sindacale”.
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