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“BASTA CON LA DEMONIZZAZIONE DEL VINO”! IL PRESIDENTE DELL’ASTI DOCG, PAOLO RICAGNO, SCRIVE AL DIRETTORE DI RAI UNO MAURO MAZZA E AL MINISTRO ZAIA, DOPO LA PUNTATA DI “UNO MATTINA”, CON SIMULAZIONI DI GUIDA CON DIFFERENTI TASSI ALCOLEMICI

Riparte da Asti la protesta del mondo del vino contro la “demonizzazione” mediatica del nettare di Bacco, che rischia di mettere a repentaglio uno dei prodotti d’eccellenza del made in Italy, associandolo continuamente ai problemi correlati all’abuso di alcol e alla guida, “trasmettendo l’idea che chi beve un bicchiere di vino è una specie di delinquente e chi lo produce una specie di narcotrafficante. Francamente non se ne può più”. Sono le parole di Paolo Ricagno, presidente del Consorzio dell’Asti Docg, inviate in una lettera al direttore di Rai Uno, Mauro Mazza, e al Ministro delle Politiche Agricole Luca Zaia. Parole che attivano come reazione alla puntata di “Uno Mattina” del 12 ottobre, in cui sono state simulate le conseguenze della guida sotto l’effetto di diversi valori di tasso alcolemico. “Trovo riprovevole - aggiunge Ricagno - che alla ricerca di audience a tutti i costi si persegua la strada della demonizzazione del consumo di vino”.

Parole che non sono un attacco né a Mazza, “che stimo profondamente”, né alla Rai, “perché la linea facile del sensazionalismo è adottata da tutti. Il mio - scrive ancora Ricagno - è un attacco alla demagogia dominante che danneggia un prodotto fondamentale del nostro Paese e della nostra cultura. Già il Ministro Zaia aveva lanciato questo allarme, c’è bisogno di riprenderlo”.

“Sarebbe opportuno riflettere - si legge nella lettera - su quanto i prodotti enologici appartengano al nostro patrimonio culturale millenario, oltre ad essere un elemento fondamentale dell’immagine italiana nel mondo. E magari riflettere anche sulle possibili conseguenze negative per tutti coloro che si impegnano a fondo per sopravvivere in un contesto economico già sufficientemente difficile, siano essi industrie, cantine sociali o viticoltori. Infatti, in molte province italiane la produzione di vino rappresenta il mezzo di sostentamento più importante e sarebbe un peccato che gli sforzi degli operatori del settore fossero vanificati da una propaganda capziosa ed autolesionista che confonde l’abuso (dannoso per ogni tipo di alimento o bevanda) con l’uso responsabile e intelligente. O che magari confonde uno spumante da 7 gradi con una pasticca di droga”.

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